Cosa c’è nell’uovo di Pasqua

Che sorpresa c’è nell’uovo di Pasqua?
Scartiamo l’uovo...
Piano, piano, con il gusto di non sapere, quel gusto dell’attesa che hanno i bambini, quello che fa delle feste uno spazio di gioia...
Poi iniziamo col dire innanzitutto che è un uovo.
Prima di essere di cioccolata è proprio un uovo. Tondo, perfetto, racconta la nascita, la nascita di tutto.
In principio era un uovo, è sempre un uovo. Che sia di gallina o di ogni essere vivente. La vita nasce sempre da un semplice uovo tondo che contiene in embrione i semi del domani.
Quindi l’uovo di Pasqua simbolicamente è una benedizione, un augurio: che possa rinascere la vita, come rinascono i fiori, rinverdiscono i prati, quando il ciclo vitale ricomincia.
Serve spazio per la nascita.
Dunque incominciamo a scartare il superfluo e a togliere dall’uovo tutto quello che è di troppo, che è inutile, che è solo zavorra.
Bisogna togliere, tagliare le foglie secche, recidere i rami inservibili, quell’affastellare di cose, gli oggetti, i consumi, gli acquisti, i regali, il cibo grondante.
Che resti solo quello che ha un senso e un cuore.
Facciamo spazio al Sacro.
Il Sacro non ha bisogno di parole, di regali, di accumuli.
Che sia silenzio la festa.
Facciamo spazio a un sorriso, a un anelito di amore, a una mano che si tende, a un sogno di pace.
Quale sorpresa vogliamo trovare nell’uovo della Pasqua?
Forse il senso del divino, quello cancellato dalla nostra civiltà mercantile, la riconnessione con qualcosa di essenziale, ritrovare il piacere di vivere con semplicità e amore, come diceva San Filippo Neri e cantava Branduardi nel suo menestrello “Vanità delle vanità”.
Nell’uovo della rinascita non abbiamo bisogno di guerre. Servono meno ricette sul vivere e più qualcosa di autentico.
La sorpresa è quella gioia che fa sbocciare nell’anima la gratitudine per la vita, per un gesto che cura. L’abbraccio di una madre, ritrovare un po’ di umanità dimenticata, quella del passato, condita di dignità e di rispetto, di misura e sostanza, l’empatia di uno sguardo, il riconoscimento negli occhi del fratello sull’uguale cammino, un sostegno, una speranza.
Nell’uovo di Pasqua vorrei ritrovare la bellezza del cielo stellato.
La sorpresa di un mondo rinato.
Meno palazzi di cemento, più verde rigoglioso e fiori vivi.
E non più bambini che muoiono ovunque soffi un vento di guerra voluto dal potere affamato degli uomini.