Domenica, 22 Dicembre 2024

Lo chef degli astronauti Stefano Polati, vi spiego cosa è il piatto unico

La corretta alimentazione viene dallo…spazio. Ad affermarlo è Stefano Polato, chef che cura l’alimentazione degli astronauti in occasione delle loro missioni spaziali. Consulente nutreceutico e nutrizionale, Polato ha curato i pasti di Samantha Cristoforetti in occasione delle sue due missioni spaziali, ma anche di Luca Parmitano e Paolo Nespoli.

Oggi lo chef di origini padovane collabora con TerraMadre, un progetto di ristorazione “smart” che mira a diffondere un modello di corretta alimentazione, non solo attraverso piatti sani e buoni, ma anche promuovendo incontri e dibattiti.

Stefano Polati , chef di terramadre, parla della sua visione sulla corretta alimentazione..

Dallo spazio al pianeta Terra. Dovremmo prendere esempio dagli “abitanti delle stelle”?

Partiamo da un assunto: nello spazio si invecchia più velocemente che sulla Terra. Sei mesi corrispondono a dieci anni, una serie di elementi – quali la mancanza di gravità e fattori ambientali – provocano uno stress epigenetico che influisce sul dna. Cibo e attività fisica contrastano questo invecchiamento precoce e lo rallentano. Perché quindi non utilizzare lo stesso principio anche per noi, semplicemente per mantenerci in salute?

Nel suo intervento che si terrà oggi da DeaMadre lei parlerà di piatto unico. In cosa consiste?

Quello del piatto unico - avallato dai professionisti del mondo scientifico – è un concetto  che è stato sviluppato dell’Università di Harvard e si basa su uno schema molto vicino al modello originario di dieta mediterranea. Lo schema vede gli alimenti vegetali al centro, cereali poco raffinati e proteine soprattutto vegetali. Per i miei piatti mi avvalgo di questo modello utilizzato anche per la nutrizione degli astronauti: lo spazio è molto più vicino a noi di quanto possiamo pensare.

Parliamo di dieta mediterranea. Sembra che oggi il modello proposto si sia molto allontanato da quello originario. Cosa ne pensa?

L’educazione alimentare è mancata per lungo tempo. Oggi si sta recuperando grazie all’attenzione scientifica. Due generazioni fa questo problema non c’era: l’industria alimentare , il cibo “comodo” ha il suo peso. L’aggiornamento costante è indispensabile, bisogna saper leggere e applicare i dati.

Cosa dicono i dati?

Il nostro territorio, la “culla” della dieta Mediterranea, è oggi il luogo in cui si registra il più alto tasso di obesità in Italia.

Da dove partire quindi?

Partire dall’immagine che si ha nel mondo della città, Napoli, e lo dico da “straniero”. Il visitatore che viene a trascorrere qui una vacanza non coglie in pieno la ricchezza culinaria del territorio. Il territorio non è rappresentabile da chi vende “cuoppo” e pizza fritta, almeno non in modo univoco. Formazione e comunicazione corretta sono l’unico modo per cambiare questa visione distorta.

Author: nuovoeditore

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