Lunedì, 23 Dicembre 2024

Le associazioni storiche di Scampia: Stato assente, tragedia annunciata

Le associazioni storiche di Scampia, riunitesi il 29 luglio 2024 in piazza Giovanni Paolo II, sottoscrivono un documento in cui denunciano con rabbia e sconcerto la grave assenza e l’incompetenza dello Stato nei giorni dell’emergenza seguiti al crollo del ballatoio nella Vela Celeste. Difatti l’emergenza si è affrontata, e si continua ad affrontare, solo grazie allo sforzo straordinario di popolazione, comitati e associazioni di base. Tanta inefficienza deve alzare il livello di allerta non solo a Scampia, tanto più in una città ad alto rischio sismico, dove tra l’altro le recenti prove di evacuazione dell’area Flegrea avevano già messo in luce la risibilità dei piani di evacuazione.

“Come già evidenziato da stampa e politica, quella della Vele Celeste è stata una tragedia annunciata, frutto dei decenni di stratificazione dell’assenza e dell’inefficienza dello Stato, con i comitati e le associazioni del territorio a fare da inascoltate Cassandre (senza dimenticare la Vela Rossa e la Vela Gialla che versano in condizioni altrettanto fatiscenti). Abbiamo fatto e continueremo a fare la nostra parte, ma riteniamo che a questo punto bisogna tornarne a fare politica. Non è più rimandabile l’ora di affrontare la deriva che da decenni ha visto lo Stato abdicare ai suoi compiti di guida, portando a lasciare la cura e il governo dei territori alla buona o cattiva volontà dei privati.

La questione abitativa delle Vele va inserita nella più ampia degenerazione del mercato immobiliare che interessa anche la nostra città. Le Vele, come i campi rom, hanno svolto finora la funzione di assorbire fette di popolazione che avrebbero creato problemi altrove, non potendosi permettere alloggi diversi. Oggi l’atavica assenza di un piano di edilizia popolare (che dovrebbe dare risposte adeguate a chi versa in situazioni di indigenza) si fonde con l’esorbitante aumento del costo di fitti e acquisti delle case, anche a causa del boom turistico senza precedenti.

È arrivato il momento che chi governa scelga cosa farne del grande patrimonio di case sfitte presenti in tutta la nostra città, assieme a caserme e altri edifici pubblici dismessi o abbandonati. Ghiotto pasto per un mercato immobiliare basato sulla speculazione oppure possibilità per quei napoletani, rom e migranti espulsi dalla città?

Questi giorni tristi segnano il passo definitivo: non è più possibile che alla mancanza di coraggio delle istituzioni debba supplire il “coraggio” il di chi non ha altra scelta che tornare a vivere in case ad alta probabilità di crollo o restare in campi insalubri e degradanti.

Questione dell’abitare che fa parte di quella più generale dei beni comuni, del verde urbano, delle piazze, delle strade (come la Villa Comunale e l’Auditorium di Scampia ancora chiusi) e di tutto quanto non essendo di nessuno, richiede che la politica ricominci a farsene carico con presenza e competenza quotidiana.

Non possiamo più berci le fandonie di piani incredibili, come quello del superamento delle Vele, dove solo oggi sembra che ci si accorga del piccolo particolare che per costruire le abitazioni sostitutive laddove sorgevano le Vele, bisognava prima abbatterle queste Vele e dare una soluzione abitativa a chi ci abita. Possibile che nel 2024 in Campania non abbiamo istituzioni capaci di affrontare un’emergenza e né tantomeno di una progettualità a breve, medio e lungo termine?

Riusciranno, almeno questa volta, Governo centrale e istituzioni cittadine a dare una risposta che sia quantomeno credibile?”

​​​​​​Ecco i firmatari del documento: Gridas - Gruppo di risveglio dal sonno; Centro Territoriale Mammut; Circolo La Gru di Legambiente; ArciScampia; Associazione Dream Team-Donne in Rete; AQuAS; Chi rom e…chi no; Arrevuoto; Kumpania srls; L’Uomo e il Legno; CNCA Campania; Cooperativa Sociale Irene '95; Mediterraneo Antirazzista Napoli; Rete Progetto Pangea Scampia; ASD Universal Center; APS Senza Confini; OdV Arrevutammoce ETS; Occhi Aperti Coop. Sociale.

(foto pubblicata sul profilo FB di Maurizio Braucci)

Author: Redazione

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