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Napoliclick è un portale quotidiano di informazione sociale e culturale pubblicato dalla cooperativa Nclick.
Il mondo sociale è indignato per lo spazio dato dalla trasmissione "Chi l’ha visto” a Salvatore Parolisi, l’uomo che sta scontando una condanna a 20 anni di carcere per l’omicidio di Melania Rea, intervistato da una giornalista della popolare trasmissione Rai durante un permesso trascorso fuori dal carcere.
Stamattina Fedele Salvatore, presidente della cooperativa sociale Irene ’95 e responsabile di Respiro (Rete di sostegno per percorsi di inclusione e resilienza con gli orfani speciali) - progetto che ormai da molti mesi si occupa di offrire protezione e cura ai figli delle vittime di femminicidio - ha inviato una lettera alla conduttrice, la giornalista Federica Sciarelli.
Di seguito il testo.
Egr. Dott.ssa Sciarelli,
sono il presidente della cooperativa sociale "Irene '95" di Marigliano (Na), capofila di una rete di enti di tutta l'Italia meridionale, che fa capo al CISMAI, nel progetto "Re.S.P.I.R.O" per i cosiddetti "orfani speciali", orfani di femminicidi
e crimini domestici, sostenuto dall'Impresa sociale "Con i Bambini".
Ogni giorno ci confrontiamo col dolore e la solitudine dei bambini e ragazzi rimasti orfani e proviamo a supportare loro e i loro “caregivers” in una vita ormai segnata dalla tragedia.
Le scrivo di getto e “di pancia” per esprimerLe la nostra indignazione per la trasmissione dell’intervista a Salvatore Parolisi di ieri sera. Io non ho seguito la trasmissione, ma stamattina ho ampiamente ascoltato l’intervista, che ormai
impazza sui social (era questo il fine dell’intervista?). Ripeto, qual era l’intento dell’intervista? Come è possibile che una giornalista del suo spessore e della sua professionalità permetta che vada in onda un’intervista intrisa del peggior maschilismo, dove non viene pronunciata dal Parolisi neanche una parola di pentimento, dove tutto si gioca nel racconto di tradimenti, mancate relazioni sessuali, “diritti del maschio” nei confronti della femmina, dove l’intervistato si racconta come una vittima?
Come è possibile che non si sia pensato che queste immagini e queste parole sarebbero state viste da una ragazza (figlia) ormai grande e da familiari, che stanno facendo ancora grande fatica ad elaborare un lutto così devastante? Perché si dà tanta voce e parola ad uno che racconta e si racconta solo come uno “sciupafemmene”?
Ancora una volta lo strapotere degli “adulti” crea danni ad un’infanzia alla quale non viene riconosciuto nessun diritto. Il punto di vista dei bambini e delle bambine non viene tenuto in nessun conto quando tragedie di questo tipo segnano un’intera esistenza e tutto viene dato in pasto al peggior sciacallaggio mediatico e dei social.
Gli orfani dei femminicidi e dei crimini domestici non si meritano tutto ciò. E noi faremo di tutto per tutelarli, proteggerli, curarli in questa società che continua ad essere totalmente adultocentrica.
Distinti Saluti
Marigliano, 6 luglio 2023
Il Responsabile di progetto
dott. Fedele Salvatore
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