Mercoledì, 18 Settembre 2024

Cooperativa Lazzarelle, il futuro dopo la chiusura del carcere femminile di Pozzuoli

Dopo la chiusura del carcere femminile di Pozzuoli a fine maggio a causa del bradisismo dei Campi Flegrei, la cooperativa sociale Lazzarelle, che proprio lì svolgeva la maggior parte delle sue attività di inserimento sociale e lavorativo, è andata avanti. Con determinazione e coraggio, questo gruppo di donne, presieduto da Imma Carpiniello, ha continuato a seminare buone pratiche di inclusione, senza mai perdere la speranza. Non stupisce, quindi, se la cooperativa ha vinto il premio come “Best practice in inclusive employment” nell’ambito ottava edizione del Call for Good Practices dell'European Network of Innovation for Inclusion.

Un riconoscimento che si aggiunge ai precedenti: Lazzarelle, già vincitrice del Premio responsabilità sociale Amato Lamberti nel 2022, l’anno scorso ha meritato, per il suo prezioso lavoro dentro e fuori le mura del carcere di Pozzuoli, l’onorificenza al merito della Repubblica italiana, consegnata direttamente da Sergio Mattarella alla presidente della cooperativa Imma Carpiniello, insignita del titolo di cavaliere della Repubblica.

«Un altro premio, ne abbiamo ricevuti altri, per noi tutti prestigiosi – commenta lei - È un bel risultato per noi e per il nostro lavoro. La giuria ha considerato significativa la nostra ‘capacità di trovare soluzioni innovative per affrontare una realtà complessa, con un approccio trasformativo di genere, in cui la sostenibilità ambientale e finanziaria gioca un ruolo fondamentale’. Questo significa che il nostro metodo, in qualunque direzione ora vadano le nostre attività, funziona».

Cooperativa di sole donne nata nel 2010, la cooperativa fino a pochi mesi fa produceva caffè artigianale secondo l’antica tradizione napoletana, all’interno dell’istituto femminile di Pozzuoli, attività che si è dovuta interrompere a giugno, dopo la chiusura per la messa in sicurezza del carcere. Non sono mancati momenti di difficoltà: «Le detenute sono state trasferite nel carcere napoletano di Secondigliano, dove è nata una sezione femminile che conta oggi circa 60 donne, una minoranza sulla popolazione maschile. Tutt’altra storia rispetto al fatto di lavorare in un istituto femminile, formato a una cultura ormai di genere anche nell’accesso ai servizi, che offre molte più opportunità alle donne».

Non si sa, al momento, quando e come riaprirà il carcere femminile flegreo: «Abbiamo avuto delle rassicurazioni dalla amministrazione penitenziaria, ma non sappiamo che tempi ci vorranno per la ristrutturazione e per la riapertura, certamente auspicabile, dato che quell’istituto era diventato un esempio e un unicum nel panorama carcerario», sottolinea Imma Carpiniello.

Contestualmente, la cooperativa sociale svolge attività di catering, oltre a gestire il Bistrot Lazzarelle all’interno della Galleria Principe di Napoli. «Purtroppo abbiamo avuto qualche problema anche con il Bistrot a causa di un crollo in Galleria, che è transennata da una parte. Il Comune di Napoli ci ha comunicato che il 15 settembre la situazione dovrebbe tornare alla normalità. Non ci resta che aspettare»

Nonostante i vari momenti di crisi, le Lazzarelle sono andate avanti, ripensandosi e promuovendo nuove attività di inclusione sociale e lavorativa per donne del circuito penale. Quattro di loro oggi lavorando come addette alle pulizie in alcuni B&b del centro storico di Napoli con regolare contratto. «Non solo siamo riuscite a dare una risposta in termini di lavoro regolare e sicuro, in un comparto oggi strategico come quello del turismo a Napoli, ma, grazie alla collaborazione con Wonderful, azienda con un’alta responsabilità sociale, anche di sostenibilità – spiega la presidente della coop - Tutti i prodotti, come i detersivi che utilizziamo, sono biologici e biodegradabili e le nostre donne si muovono da un posto all’altro con mezzi elettrici».

Ci sono ancora molti progetti da realizzare per la pluripremiata cooperativa napoletana: «Porteremo avanti il nostro modello, proponendo occasioni di lavoro e di inclusone alle donne in affidamento o per le detenute che possono accedere al lavoro esterno con benefici di legge. Ogni volta che abbiamo un momento di stop, arriva un nuovo premio a ricordarci da dove veniamo e dove possiamo ancora andare».

Maria Nocerino
Author: Maria Nocerino
Sociologa e giornalista professionista, è specializzata nel giornalismo sociale. Ha collaborato con l’agenzia di stampa Redattore Sociale e con il quotidiano Roma per le pagine della Cronaca. Collabora con la rivista Comunicare Il Sociale.

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