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Napoliclick è un portale quotidiano di informazione sociale e culturale pubblicato dalla cooperativa Nclick.
Un bene confiscato alla camorra che da anni attende di essere ristrutturato e, tra difficoltà di gestione e lentezze burocratiche, rischia di perdere il finanziamento. «Una situazione assurda. La camorra sta per vincere (ancora una volta) ad Afragola».
La denuncia arriva da Giovanni Russo, direttore della Masseria Antonio Esposito Ferraioli, il più grande bene confiscato alla criminalità dell’area metropolitana di Napoli, bersaglio di vari attacchi nel corso di questi anni, ai quali ha sempre risposto andando avanti con le proprie attività, dagli orti urbani ai campi estivi per ragazzi difficili, passando per l’ampio ventaglio di iniziative sociali e culturali per tutta la comunità.
«Sono anni che combattiamo con la burocrazia e contro coloro che vogliono bloccare lo sviluppo di una comunità tenendo fermo il cantiere per la ristrutturazione della Masseria Antonio Esposito Ferraioli. Saremo in piazza domani, in corrispondenza dello sciopero Generale della Scuola, con gli Istituti Superiori Brunelleschi, Dalla Chiesa, Sereni di Afragola e Cardito, Pertini e Torrente di Casoria, per rivendicare i nostri diritti e chiedere a chi deve di fare la sua parte», annuncia Russo. L’appuntamento è per domani, venerdì 17 novembre alle 10 a piazza Gianturco, Afragola (Na).
La Masseria: da fortino della camorra a bene per la comunità
Il primo marzo 2017, dopo oltre 20 anni di abbandono, il bene viene finalmente affidato mediante bando pubblico ad una rete di 5 soggetti che ne avviano il riutilizzo sociale. Un territorio di 120 mila metri quadri di superfice agricola confiscata alla camorra che finalmente può iniziare il suo percorso di rinascita. Il bene viene intitolato a Tonino, vittima innocente della criminalità. Un giovane cuoco, sindacalista e scout ucciso nel 1979 a Pagani. Nasce così la Masseria Antonio Esposito Ferraioli.
Ma il percorso è in salita. Nel 2016 il bene confiscato con i suoi alberi da frutta viene colpito da un incendio, piccoli sversamenti di rifiuti, erbacce e abbandono rendono la zona quasi inavvicinabile. Appena insediati le organizzazioni del terzo settore che gestiscono il bene decidono quasi subito di piantare oltre 200 alberi di mele annurche che vengono subito rubati. E da allora gli atti intimidatori e i furti non si contano più.
Nel giugno 2018 arriva però un’ottima notizia. Il Comune di Afragola è beneficiario di 1,5 milioni di euro per ristrutturare il corpo di fabbrica presente. Quello che un tempo era il fortino del clan potrà finalmente essere ristrutturato e diventare una casa di accoglienza con 4 posti letto per donne e minori da mettere in protezione; dotarsi di pannelli solari, magazzino per gli attrezzi, area verde con giostre per bambini, telecamere e, soprattutto, aule per fare formazione un negozio per la vendita dei prodotti agricoli freschi e trasformati, un piccolo bar.
La gioia per questa opportunità però dura poco. Quasi subito è chiaro che gli uffici del Comune di Afragola non hanno nessuna intenzione di avviare il cantiere ed infatti per oltre 3 anni, esattamente dal 12 giugno 2018 al 20 settembre 2021, non si muove nulla. Tre anni persi senza produrre un solo atto per avviare un cantiere importantissimo tanto sul piano concreto quanto simbolico. La situazione si sblocca solo quando arrivano i Commissari Prefettizi al Comune di Afragola e, su impulso dell’allora Prefetto di Napoli Marco Valentini, a settembre 2021 si posa la prima pietra del cantiere, che sarebbe dovuto durare 7 mesi.
Ad ottobre 2021 si insedia l’attuale amministrazione comunale guidata dal sindaco Antonio Pannone e il cantiere procede a fasi alterne, le lentezze e i blocchi non trovano giustificazioni e il cantiere (che doveva terminare a marzo 2022) arriva fino a giugno 2023, al punto che la ditta vincitrice dell’appalto per i lavori comunica formalmente la sospensione delle attività avendo raggiunto una esposizione economica di 520 mila euro.
«Tutti questi ritardi e lo scambio di responsabilità tra la ditta esecutrice dei lavori e il Comune di Afragola ci stanno conducendo alla revoca del finanziamento. Entro la fine del 2023 l’Unione Europea revocherà tutte le somme non spese e rendicontate», spiega il direttore della Masseria Antonio Esposito Ferraioli, invitando tutti a partecipare alla mobilitazione in programma per domattina ad Afragola.
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