Domenica, 22 Dicembre 2024

Napoli si mobilita per il diritto alla salute

In Campania curarsi è diventato un lusso. “Nella nostra regione il diritto alla salute e alle cure sanitarie è drammaticamente negato a larga parte della popolazione. Abbiamo la più alta percentuale di rinunce alle cure e la massima incidenza della spesa sanitaria sul bilancio delle famiglie”, a denunciarlo è il Coordinamento campano per il diritto alla salute che ha manifestato venerdì 23 febbraio per le strade di Napoli rivendicando il diritto alla salute dei cittadini, gravemente compromesso dai tagli al Sistema sanitario nazionale che sta, di fatto, causando la perdita costante di presidi e servizi del territorio.

Al corteo, partito da piazza del Gesù in direzione di Palazzo Santa Lucia, hanno partecipato le principali organizzazioni promotrici del Coordinamento, tra cui Medicina Democratica, Psichiatria Democratica, Magistratura Democratica sezione Napoli, Forum salute e diritti, Unione Sindacale di Base Campania, Cooperativa sociale Era, insieme a numerosi esponenti del mondo politico e sociale del territorio.

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«In Campania, 20 anni di commissariamento della sanità e piani di rientro finanziario hanno finito per rendere il diritto alle cure un vero e proprio miraggio. Per una visita nel pubblico, le liste di attesa superano spesso i 365 giorni! Abbiamo una carenza nel settore di migliaia di lavoratori e il più basso rapporto personale sanitario/abitante di tutta l’Italia. Dal 2001 ad oggi abbiamo assistito alla chiusura di 20 ospedali pubblici e 20 pronto soccorso, alla dismissione di 322 ambulatori e laboratori pubblici. Delle 172 case della salute previste dal PNNR nessuna è stata ancora aperta e siamo in attesa del secondo ospedale di comunità (su 48 previsti). Per non parlare delle 65 centrali operative territoriali. Le ambulanze sono insufficienti per garantire un servizio tempestivo e non ci sono mezzi idonei per il trasporto da aree a rischio (isole o zone montuose). Non risultano erogati neanche i livelli essenziali di assistenza, collocando la Campania agli ultimi posti per cure e diritto alla salute. La spesa regionale sanitaria pro capite complessiva (pubblica e privata) è tra le più basse d’Italia e tuttavia finanzia largamente i privati, continuando a tagliare sui servizi pubblici (quasi il 50% del bilancio regionale va a finanziare servizi terzi, convenzionati o privati)».

Ma l’elenco dei disservizi potrebbe continuare. Su questo contesto già gravemente compromesso, incombe la minaccia della legge sulla autonomia differenziata, «che non farà che aumentare il divario nord-sud, peggiorando l’offerta dei servizi sanitari nelle regioni “povere”, Campania e Calabria in testa». «Chiediamo che la Regione risponda alle nostre richieste, attuando tutto quanto è in suo potere per ripristinare e tutelare il diritto alla salute di tutte e tutti. Per una sanità pubblica, gratuita ed universale!», si conclude il manifesto degli aderenti al Coordinamento campano per il diritto alla salute.

Maria Nocerino
Author: Maria Nocerino
Sociologa e giornalista professionista, è specializzata nel giornalismo sociale. Ha collaborato con l’agenzia di stampa Redattore Sociale e con il quotidiano Roma per le pagine della Cronaca. Collabora con la rivista Comunicare Il Sociale.

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