Domenica, 22 Dicembre 2024

Riccardo Polizzy Carbonelli: “Ferri vuole rimediare ai suoi errori di padre”

Volto storico di Un Posto Al Sole, Roberto Ferri – da sempre “anima nera” del social drama più popolare e longevo della televisione italiana – è interpretato dall’attore romano Riccardo Polizzy Carbonelli.

L’imprenditore senza scrupoli che abbiamo imparato a conoscere negli anni, in queste puntate, si trova alle prese con una complessa situazione familiare. Ferri, infatti, è stretto tra due fuochi: da una parte c’è Marina Giordano (Nina Soldano), compagna di vita e di (dis)avventure, diventata sua moglie per la terza volta. Dall’altra, c’è Lara (Chiara Conti), madre di quello che lui crede essere suo figlio, cui la donna ha voluto dare il nome di uno dei figli veri di Ferri, scomparso qualche anno fa: Tommaso.

Che periodo sta vivendo Ferri?

Anzitutto mi preme fare una premessa. In tanti mi stanno scrivendo sui Social, chiedendomi come mai Ferri sia cascato nel tranello ordito da Lara e non abbia chiesto subito un esame del Dna. Questo perché hanno dimenticato che Ferri è così certo della sua paternità perché la donna, dopo ave perso il suo bambino, prima di allontanarsi e “comprarne” uno all’estero, il test già lo aveva fatto. Ferri non è a conoscenza del piano diabolico di Lara che ha finto di essere ancora incinta per poi tornare con un bimbo che sta fingendo sia di Roberto: per quanto furbo, neanche lui sarebbe arrivato a immaginare questa trama infernale.

Ferri è sempre stato il cattivo della situazione, ora però pare si stia ammorbidendo. Come ha vissuto questa sorta di svolta “buonista” del suo personaggio?

In realtà, il suo buonismo è limitato solo a Marina, con cui ha ritrovato la serenità, e alla paternità, tema su cui, per il suo passato da cattivo padre, è molto sensibile. Per tutto il resto, è sempre l’uomo tagliente e brusco che conosciamo, quello da cui non possono uscire frasi troppo melense e ci si può sempre aspettare di tutto. È vero che Ferri si è un po’ ammorbidito con gli anni, ma con lui non ci annoia mai. E con gli autori - grazie anche a una compagna di lavoro eccezionale che rappresenta il suo alter ego al femminile come Nina Soldano - la scommessa è quella di non farlo diventare noioso, rendendo sempre movimentata e mai scontata la sua storia. 

Cosa ci dobbiamo aspettare, quindi dalla versione rivista di Ferri?

Nuovi ingredienti che in parte stiamo già vedendo, altri arriveranno a breve con l’entrata in scena di nuovi personaggi, rendono sempre nuovo il mio personaggio. Ora lo vediamo più disponibile al dialogo semplicemente perché è più disposto al confronto e ha un forte desiderio di viversi Marina, ma tra poco le cose cambieranno. In questa stagione di Ferri, dal punto di vista attoriale, sono fortemente motivato a dare il meglio, per far venire fuori un personaggio che in fondo è sempre vincente, perché determinato a venire fuori dalle situazioni con qualunque mezzo, dalle sfide professionali alla vita privata.

In cosa sente di essere contaminato dal suo personaggio?

Mi piacerebbe essere molto contaminato da Ferri, lui è un coraggioso, un combattente; io mi definisco un eroico vigliacco, anche se in questo momento della mia vita sto cercando di rinforzarmi.

Riccardo Polizzy Carbonelli Ferri vuole rimediare ai suoi errori di padre 1

Che padre vorrebbe essere Ferri, dopo gli errori commessi in passato?

La cosa importante, dopo gli errori commessi in passato, per Ferri è occuparsi di suo figlio, non tanto perché mosso dai sentimenti quanto per un senso del dovere che non è mai stato in grado di esercitare, perché lui dei figli non si è mai davvero interessato. Ricordiamo che è stato già padre per ben 4 volte: con Filippo (Michelangelo Tommaso), dopo essersi ritrovati oggi hanno costruito un bel rapporto; Sandro (Alessio Chiodini), con cui ha risolto le divergenze sulla sua omosessualità, lo sta sostenendo nel suo percorso di crescita; poi c’è Cristina che sta crescendo e oggi è una adolescente. Infine c’è Tommaso, il figlio scomparso tragicamente, che è il suo nodo irrisolto. Proprio facendo leva su questo punto debole di Ferri, Lara ha chiamato il “suo” bambino Tommaso e questa cosa fa comunque presa su di lui che vorrebbe recuperare terreno sul piano della paternità ora che è un uomo maturo.

Quindi, neanche questa volta possiamo dire che l’amore trionfa sull’odio?

Certamente non c’è nulla di definitivo in un prodotto seriale come Un Posto Al Sole e ancor meno per un personaggio come Ferri che pure è innamoratissimo di Marina. Ma ora, la burattinaia è Lara che si mette in mezzo e sarà causa di discussioni e di momenti di separazione tra i due. Il resto non lo so, perché ancora non è stato scritto.

Lei e Nina Soldano siete due vulcani.

È vero, in questo ci ritroviamo, la pensiamo allo stesso modo, la cosa importante per entrambi è cercare sempre nuovi stimoli. Lei è una meravigliosa compagna di viaggio, ormai abbiamo un rapporto consolidato da 19 anni. Ultimamente ci siamo messi in testa anche di far ridere un po’ - non nel modo eccellente in cui lo fanno comici di professione come Marzio Honorato e Patrizio Rispo, a cui va la mia stima sconfinata - ma a modo nostro, inserendo delle piccole battutine frutto dell’improvvisazione, qualche volta ci va bene e non ce le tagliano…Del resto, a volte il confine tra drammatico e comico è molto labile. 

Progetti futuri, a parte il set napoletano?

Ho appena ultimato un lavoro di doppiaggio all’interno della serie televisiva statunitense “American Horror Story”, in cui il direttore del doppiaggio era il mio “collega” di sete Giorgio Borghetti. In più c’è il teatro, come sempre, porterò in giro uno spettacolo verso l’estate ma non dico nulla perché sono scaramantico. Incrociamo le dita!

C’è un tema sociale che vorrebbe portare in scena attraverso il suo personaggio?

Ma ce ne sono tanti di stringente attualità, penso ad esempio alla guerra. Mi piacerebbe contribuire personalmente a un’azione civile contro ciò che sta accadendo nell’immobilismo quasi totale della comunità internazionale di fronte a quella che abbiamo paura di chiamare la terza guerra mondiale, ma di fatto lo è. Ecco, se fossi Ferri nella vita, mi sarei esposto, avrei chiesto alla politica, fatto l’impossibile per ribellarmi a questa situazione a cui siamo arrivati dopo secoli di sopraffazione di alcuni popoli su altri. Un motivo per cui mi piace Un Posto Al Sole è che si tratta di un luogo in cui, in un modo o nell’altro, i conflitti si risolvono, nel senso che, anche se a distanza di anni, il cattivo paga sempre. Insomma mi piacerebbe che il mondo assomigliasse un po’ a Un Posto al Sole.

Maria Nocerino
Author: Maria Nocerino
Sociologa e giornalista professionista, è specializzata nel giornalismo sociale. Ha collaborato con l’agenzia di stampa Redattore Sociale e con il quotidiano Roma per le pagine della Cronaca. Collabora con la rivista Comunicare Il Sociale.

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