Domenica, 22 Dicembre 2024

Il Reddito di Cittadinanza non si tocca: appello dall’iniziativa di Campo Libero e Napoli Solidale

Una misura di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale, certamente perfettibile ma da non mettere in discussione come intervento indispensabile per tutti, non solo per i poveri, che ne sono i diretti beneficiari. Sembrano concordare su questo punto i partecipanti alla tavola rotonda – dal titolo provocatorio Reddito di cittadinanza: solo scrocconi? - che si è tenuta stamattina al Complesso Monumentale di Santa Maria a Napoli.

L’iniziativa, promossa dall’associazione Campo Libero e da Napoli Solidale, è stata moderata da Monica Buonanno, già assessore comunale al Welfare e al Lavoro, e ha visto la partecipazione di diversi rappresentanti del mondo accademico, della politica e dell’associazionismo.

La Campania è la regione con il maggior numero di nuclei percettori del reddito e della pensione di cittadinanza: a giugno 2022 il 22% delle prestazioni in Italia sono state erogate nella nostra regione, seguita da Sicilia (19%), Lazio (10%) e Puglia (9%).

Questi alcuni dei dati che si sono trovati a commentare gli esperti presenti al confronto presso la Sala Consiliare della Città Metropolitana, che ha messo in rilievo alcuni nodi problematici tra cui il rapporto, evidentemente non facile, tra povertà e mancanza di politiche attive del lavoro. Tra i punti deboli della misura evidenziati durante il dibattito napoletano anche il funzionamento inadeguato dei Centri per l’impiego.

Marco Musella, ordinario di Economia politica all'università Federico II: “Il Reddito di Cittadinanza va riconosciuto come misura indispensabile e in quanto tale mantenuto. Ci sarà sicuramente qualche scroccone ma ci sono sicuramente più poveri, soprattutto al Sud. La disoccupazione non è provocata dalla pigrizia di chi non trova lavoro ma da un sistema che non riesce ad offrire opportunità di lavoro sufficientemente dignitose”.

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Ciro Fiola, presidente della Camera di Commercio di Napoli: “Abbiamo la città piena di turisti, Napoli ha tantissime opportunità ma non sa sfruttarle. Il lavoro è l’unica cosa che può dare dignità, si deve tornare nelle scuole, si deve ripartire dagli istituti tecnici e dagli alberghieri, per formare davvero i ragazzi al lavoro. Io più che di Reddito di Cittadinanza, parlerei di Reddito da Lavoro”.

GUARDA L’INTERVISTA A CIRO FIOLA

Lorenzo Zoppoli, ordinario di Diritto del Lavoro all'università Federico II: “L’operazione che prova a fare, in maniera ingenua, il RdC è innanzitutto culturale, incrociando la crisi di tre paradigmi, lavorista (tutto deve partire dal lavoro), post lavorista (la centralità del lavoro si deve conciliare con possibilità dignitose di lavoro), neo-parassitario (la paura dei poveri che insidiano l’operosità di tutti gli altri)”.

GUARDA L’INTERVISTA A LORENZO ZOPPOLI 

Ha portato la sua testimonianza Rosaria Riccardi, cittadina percettrice del Reddito: “Io ho sempre lavorato, mi sono sempre rimboccata le maniche, quando è arrivato il RdC è stata una boccata d’aria fresca ma mi aspettavo di essere contattata da un Centro per l’Impiego, cosa che non è avvenuta mai. Bisogna sfatare il mito che la gente non vuole lavorare!”.

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Rosaria Lumino, professoressa di Metodologia della ricerca sociale nel Dipartimento di Scienze sociali della Federico II: “Il sostegno al reddito è un diritto, non un lusso. Invece di partire dall’idea, antica, di povero come peso per la società, vediamo cosa accade altrove. Nei paesi dove il sostegno al reddito funziona in maniera strutturale, le opportunità lavorative non solo non diminuiscono ma vengono incoraggiate e aumentano altri benefici sul benessere collettivo, ad esempio migliora il livello di istruzione”.

GUARDA L’INTERVISTA A ROSARIA LUMINO

Costanza Boccardi, già assessore alle Politiche sociali del X Municipalità di Napoli: “Nei quartieri dove ho amministrato, ad esempio Fuorigrotta, le famiglie sono emerse dalla strada grazie al RdC, senza ci sarebbe stata la guerra civile a Napoli. Il lavoro è il vero nodo, questo è ovvio, soprattutto per le donne che hanno su di sé anche i compiti di cura della famiglia”.

GUARDA L’INTERVISTA A COSTANZA BOCCARDI

Le conclusioni spettano a Sergio D'Angelo, capogruppo di Napoli Solidale al Consiglio comunale: “Non bisogna confondere l’assistenza con l’assistenzialismo. Non penso che il problema siano gli 8 miliardi che sono serviti per sovvenzionare la misura, perché se ne sprecano molti di più per cose inutili. Una società che non ha attenzione per le persone in difficoltà è stupida, perché non fa bene a nessuno. Della povertà è colpevole non il povero ma la società. Dobbiamo sfatare la leggenda che i napoletani non abbiamo voglia di lavorare: se perfino il RdC è competitivo con il lavoro, il problema non è certo nella misura di contrasto alla povertà. Anche se migliorasse il funzionamento dei Centri per l’impiego, l’offerta di lavoro resterebbe insufficiente e inadeguata rispetto alla domanda. Il RdC non è una forma di carità né un sussidio di disoccupazione ma una misura di giustizia che conviene a tutti, su questo non si può tornare indietro”.

GUARDA L’INTERVISTA A SERGIO D’ANGELO

Author: Maria Nocerino e Donatella Alonzi

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