Forza 4

Com'era quella cosa, che sarebbero passati altri trent'anni? Napoli esplode, escono fuori dai depositi bandiere con il 4 tenute nascoste da settimane e in tutto il mondo si festeggia il quarto scudetto del Napoli, da Milano a New York. Perché Napoli è una città mondo, una città idea. Napoli è come il Natale: è uno stato d'animo, un modo di essere.
Vincere il terzo scudetto della nostra storia, trent'anni e passa dopo quelli di Diego, sapeva di favola, di leggenda. Questo scudetto, però, sa di realtà, di concretezza, di squadra che cade e si rialza, di fatica, di gruppo. Sa di una società moderna che ha vinto due campionati in tre anni, investendo, rischiando, studiando.
Se il terzo scudetto sembrava una favola, questo vuol dire: Fra le grandi ci siamo anche noi, ci siamo sempre, non è stato un caso, non è stato un episodio isolato: è successo nel 2023, è successo di nuovo oggi e succederà ancora.
Antonio Conte ha fatto un lavoro straordinario. Il Re Mida del calcio, l'unico allenatore ad aver vinto il campionato italiano con tre squadre diverse - per non parlare di quelli vinti all'estero - ha costruito un percorso lento ma costante, fatto di sacrifici e pazienza, talvolta contro ogni logica o previsione, ma con la forza del lavoro e dello spirito di squadra. Le lacrime di gioia di Conte sono bellissime, indimenticabili, sanno di liberazione, di gioia pura. Io spero che resti, ma per ora non ci voglio pensare.
E poi ci sono loro. Quei maledetti che ci sono costati fegato e coronarie, ma che si son fatti perdonare tutto. (A pensarci bene lo scudetto è come il parto: è dolorosissimo, ma poi è un dolore che si dimentica).
Scott McTominay ribattezzato McFratemo, altissimo, scozzesissimo, il migliore acquisto del Napoli, l'uomo ubiquo che ha chiuso la stagione con una rovesciata da brividi: chissà se aveva immaginato il bordello che avrebbe creato, l'amore che avrebbe ricevuto venendo qui. Forse lo sta scoprendo in queste ore.
Lukaku, il gigante belga, che ha chiuso la sua stagione con un gol cercato e voluto da centrocampo, che magari non ha giocato sempre al top ma ci ha tirato fuori da un sacco di guai.
Jack Raspadori, l'uomo che ti risolve le situazioni sempre. Io a Jack voglio proprio bene.
Capitan Di Lorenzo, ma che vuoi dire di lui?
Politano, Neres, Buongiorno? E Meret? si parla sempre troppo poco di lui, perché del portiere si parla solo quando sbaglia, e lui quest'anno ha sbagliato pochissimo.
Fra poco comincerà la tarantella di chi resta e chi parte. Ma per ora godiamoci questo meraviglioso quarto scudetto, i giocatori in lacrime stesi sul prato, quelli che interrompono la conferenza stampa di Conte perché Basta, dobbiamo festeggiare, il delirio della piazza, delle piazze, i fuochi, le trombe, le bandiere, e la gioia pura e vera di qualcosa di grande. Dell’amore grande, della passione più grande.
Due scudetti in tre anni, cose da pazzi…
Ah, e auguri al Presidente: direi che si è fatto un gran bel regalo...
Immagine di copertina di Carlo Hermann/Kontrolab
Foto: Carlo HermannFoto: Carlo HermannFoto: Carlo Hermann
Forza Napoli, sempre