Vertenza OSS-Asl Napoli 1 Centro: manifestazione alla Stazione centrale di Napoli
Con i cori “Giù le mani dal sociale” e “Il lavoro non si tocca”, questa mattina si è spostata alla Stazione Centrale di Napoli la vertenza degli operatori sociali che da due settimane scendono in piazza tutti i giorni contro i licenziamenti forzati voluti dalla Asl Napoli 1 Centro. Una manifestazione pacifica che si è conclusa con un corteo che ha fiancheggiato i binari ferroviari, per spostarsi fuori la linea 1 della metropolitana.
La mobilitazione prosegue dal 7 ottobre scorso e non si fermerà fino a quando la Asl Napoli 1 Centro non farà un passo indietro rispetto alla decisione, improvvisa e irragionevole, di rescindere con 14 mesi di anticipo il contratto con un raggruppamento di cooperative sociali con capofila Gesco, per l’affidamento dei servizi psicosociali negli ospedali, nei centri diurni, nelle strutture residenziali, dove si assistono anziani, disabili, persone con problemi di dipendenze, malati di Alzheimer, sofferenti psichici.
Da inizio mese il collettivo di operatori sociali ha manifestato pacificamente per difendere i posti di lavoro occupando simbolicamente il Maschio Angioino, la sede delle Posta centrale, gli ingressi di Palazzo Reale, il Mann, l’aeroporto di Capodichino e manifestando più volte in piazza del Plebiscito di fronte alla sede della Prefettura.
Intanto nei giorni scorsi il consiglio comunale di Napoli ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che sostiene le ragioni dei 300 operatori di Gesco ma la situazione appare ancora ferma.
«Le nostre domande continuano a non avere risposte – spiega Sergio D’Angelo, fondatore di Gesco – dall’ Asl Napoli1 Centro. Innanzitutto per quali motivi l’ Asl ha ritenuto di dover stipulare frettolosamente una convenzione con l’università Vanvitelli e con l’Asl di Caserta, per ottenere da loro la possibilità di assumere circa 300 operatori quando l’emergenza era invece costituita dalla carenza di infermieri e medici, mentre le funzioni degli Oss erano coperte da un regolare contratto con Gesco».
«Poi ci chiediamo per quale motivo l’Asl rinuncia a questo patrimonio di conoscenze, di esperienze riconosciute a livello nazionale e divenute patrimonio pubblico, causando l’interruzione di percorsi di successo riabilitativo e di integrazione sociale e lavorativa. E infine ci chiediamo quali pressioni abbia mai potuto subire l’Asl per arrivare a risolvere anticipatamente il contratto con Gesco, esponendosi a sua volta al rischio di dover pagare costosissimi risarcimenti» conclude D’Angelo.
Tutte domande che attendono ancora delle risposte, mentre la vertenza va avanti. Oggi presso la stazione sono stati anche distribuiti volantini bilingue (italiano e inglese) sulla vertenza degli OSS.