Domenica, 22 Dicembre 2024

Clitennestra, come Andò salva la regina dalla cattiva fama

La vendetta è un piatto che – ancor prima di esser consumato freddo – va preparato con ingredienti fantasiosi.

Un’ottima cuoca è Clitennestra, la regina micenea mutuata dalla mitologia greca, su cui si incentra il bello spettacolo di Roberto Andò “Clitennestra”, in scena al Teatro Mercadante di Napoli dal 18 al 29 ottobre 2023.

Nel ruolo della moglie di Agamennone, comandante che pur di far cambiare il vento a favore delle proprie vele è disposto a sacrificare agli dèi la primogenita Ifigenia, vi è l’attrice palermitana Isabella Ragonese che mantiene le promesse legate all’interpretazione di cui ha goduto il pubblico del  Pompeii Theatrum Mundi nel mese di giugno.

Anche nel nuovo allestimento “indoor” che si avvale delle luci e delle scenografie di Gianni Carluccio – capace di ricreare ambienti senza tempo e coordinate geografiche (siamo nella prigione di  Abu Ghraib o in un accampamento berbero, siamo tornati indietro nel tempo di mille anni o balzati in avanti in un claustrofobico futuro distopico?) – la Ragonese riesce a cucirsi addosso il personaggio in modo più che mai credibile, attraversando tutte le gradazioni della disperazione di una madre che sa di dover perdere la propria figlia: dall’incredulità alla disperazione, dalla rabbia all’odio cieco fino al desiderio di vendetta che diventa unica ragione di vita.

Andò dirige con semplicità la danza delle parti verso l’inevitabilmente destino (del resto, che tragedia sarebbe altrimenti?) aspettando che un bouquet ben composto sbocci da solo. Gli attori protagonisti sorprendono per la capacità di riattualizzare e rendere di carne e ossa personaggi di cui duemila anni di storia hanno sfumato i contorni: bravo Ivan Alovisio, un Agamennone più autoritario con la famiglia che autorevole con l’esercito, credibile nella sua innocente disperazione Arianna Becheroni, nei panni di Ifigenia.

Funzionali sono i momenti di danza che vedono protagonisti e coro muoversi su pezzi dei Prodigy e toccate e fughe di Bach con le coreografie di Luna Cenere. Ma prima di tutto vi è la scelta del regista di un testo eccezionale ed eccezionalmente non teatrale: “La casa dei nomi”, romanzo del pluripremiato scrittore irlandese Colm Tóibín,

“La vicenda di Agamennone, Clitennestra e dei loro figli Ifinenia, Elettra e Oreste ci perseguita per il modo in cui dimostra che la violenza genera altra violenza”, scrive Colm Tóibín nelle sue note. “Una volta che ho iniziato a immaginare di nuovo la storia di come Clitennestra fu ingannata dal marito Agamennone, che le disse che la loro figlia Ifigenia avrebbe dovuto sposarsi, quando in realtà era destinata ad essere sacrificata, non è risultato difficile immaginare la rabbia della donna”.

Clitennestra ordinerà che di una trama invisibile di fili velenosi e paralizzanti sia tessuto il telo che asciugherà Agamennone, di ritorno dalla battaglia, dopo il suo bagno ristoratore. La vendetta è consumata ma la regina, per sua stessa ammissione, non ha mai pensato al “dopo”. La violenza genera violenza, l’odio genera odio. Nessun personaggio in questa storia è salvo.

A Ifigenia non è toccata, dopotutto, la sorte peggiore.

Clitennestra come Andò salva la regina dalla cattiva fama 1

Info:

CLITENNESTRA
da La casa dei nomi di Colm Tóibín
adattamento e regia Roberto Andò
con Isabella Ragonese, Ivan Alovisio, Arianna Becheroni, Denis FasoloKatia Gargano, Federico Lima Roque, Cristina Parku, Anita Serafini
coro Luca De Santis, Eleonora Fardella, Sara Lupoli, Paolo Rosini, Antonio Turco
scene e luci Gianni Carluccio
costumi Daniela Cernigliaro
musiche e direzione coro Pasquale Scialò
suono Hubert Westkemper
coreografie Luna Cenere
trucco Vincenzo Cucchiara
parrucchiera Sara Carbone
aiuto regia Luca Bargagna


produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Campania Teatro Festival – Fondazione Campania dei Festival

Durata: 1 ora e 30 minuti (atto unico)

www.teatrodinapoli.it

Author: nuovoeditore

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