Domenica, 22 Dicembre 2024

In tv un omaggio a Franco Basaglia a cento anni dalla nascita

Un medico e uno psichiatra, autore di una vera e propria rivoluzione nel campo della salute mentale, padre della Legge 180 che scardinò quella sui manicomi, del 1904. A cento anni dalla sua nascita Rai Cultura ricorda la figura e l’opera di Franco Basaglia, con una programmazione dedicata, in onda lunedì 11 marzo 2024 su Rai Storia.

Si comincia alle 8.45, e in replica alle 14.15, con “Passato e Presente” in cui Paolo Mieli e la professoressa Vinzia Fiorino ripercorrono la nascita della Legge 180, mentre alle 17.45 viene riproposta l'intervista realizzata da Sergio Zavoli nel 1969 per Tv7 e due servizi di "Telemaco" sulle condizioni delle persone con disagi mentali, prima e dopo la legge Basaglia del 1978.

Alle 18.45, invece, “Clio. Il filo della storia” con Michela Ponzani racconta “Cose da matti” e le vicende di donne emancipate, dal temperamento ostinato e ribelle, che cambiano spesso fidanzato o hanno figli da uomini diversi; oppure fragili, sole, che scappano di casa per sfuggire a mariti violenti. Sono queste le pazze che negli anni '50 e '60, vengono internate al manicomio del Santa Maria della Pietà di Roma. 

Alle 19.30, infine, la puntata di “Storie contemporanee” dal titolo “Fuori i matti! Il Mezzogiorno e la Legge Basaglia”, ancora con Michela Ponzani, analizza la situazione del Sud Italia, partendo dall'ex ospedale psichiatrico "Pisani" di Palermo, un luogo che per più di 70 anni è stato testimone di storie di reclusione e di dolore e dove si è combattuta una delle battaglie più faticose per l'abolizione dei manicomi in Italia. Dal 1974, in particolare, a Palermo prende forma in maniera più strutturata l'azione di contestazione all'esistenza dei manicomi, strutture lager che non avevano alcuna funzione terapeutica reale. Al centro della protesta la denuncia del manicomio come luogo di internamento e marginalizzazione: il manicomio - diceva uno degli slogan - è solo per i più poveri, perché, come ricorda la professoressa Manoela Patti, docente di Storia Contemporanea e coordinatrice di una ricerca sulla psichiatria nel Mezzogiorno d'Italia, nei manicomi non finivano soltanto i malati psichiatrici, ma più spesso assumeva una funzione di "asilo" in senso più ampio.

Nell'ospedale psichiatrico "Pisani", negli anni Settanta, sono ricoverati circa 2500 pazienti, anziani, donne e bambini compresi, e il personale sanitario è numericamente inadeguato. Ma grazie ai mezzi di comunicazione arrivano anche al Sud le eco del movimento di rinnovamento di Basaglia che al Nord era riuscito a smantellare le strutture sanitarie lager e a riformare la realtà ospedaliera, creando delle unità dov'era possibile una maggiore integrazione tra malati e ambiente circostante: un'alternativa per la quale valeva la pena di battersi. Negli anni Ottanta e Novanta, poi, anche nel Meridione iniziano i primi esperimenti di socioterapia, funzionali al reinserimento dei malati psichiatrici nella società. Dall'iniziativa di alcuni psichiatri più sensibili alle disumane condizioni dei pazienti, si cominciano a realizzare laboratori di socioterapia in cui sono coinvolti allo stesso modo pazienti, medici e personale infermieristico

Author: Redazione

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