Domenica, 22 Dicembre 2024

T- Alert, un nuovo film sul cellulare

il nuovo sistema di allerta nazionale che funzionerà tramite SMS e andrà in vigore tra breve.

Il nuovo sistema pubblico che utilizzerà il cellulare per emergenze e catastrofi.

Era il 1961 e uscì in Italia un film con Alberto Sordi che si chiamava “Il giudizio universale”.

Una misteriosa voce irrompeva nella tranquilla quotidianità di un semplice pomeriggio cittadino per annunciare senza mezzi termini che alle diciotto in punto di quello stesso giorno avrebbe avuto luogo il giudizio universale.

Non c’erano molte spiegazioni se non questa voce apocalittica che seminava il panico tra le persone. Da questo annuncio, nel film, si dipartivano una serie infinita di storie: chi ne approfittava per fare un bilancio della propria vita, chi era preso dal panico, chi piangeva, e chi invece come gli innamorati non se ne curava affatto e strappava ore e momenti di bellezza alla vita.

T- Alert. La voce che annuncerà pericoli, disastri e giudizi universali. E non è un film.

Sui nostri cellulari approda questa nuova App, sicuramente molto utile per allertare in caso di pericolo o calamità naturale.

E che si aggiungerà ai centomila squilli di “disturbo cronico” che già imperversano a palla sui nostri smartphone.

È un suono diverso da quello delle notifiche che ci avvisano che c’è un nuovo messaggio nelle chat di lavoro, delle amiche, delle mamme, dei perditempo, dell’estetista, del nuovo amante…

Un suono che ci dirà che siamo in pericolo e si spera non sia la voce che grida nel deserto ma che sia accompagnato da un piano regolatore che permetta alle persone una volta ricevuto il segnale di fare i giusti passi per mettersi in salvo.

Ma… urge una riflessione… Siamo una comunità pronta per utilizzare un mezzo così privato, personale e di svago, cioè un cellulare, come strumento di allerta?

Quale sarà il prezzo in termini di stress e panico che pagheremo al suono dell’Alert, magari anche sovrastimato, che irromperà nella quiete delle nostre vite?

Un sistema di allarme di gravi emergenze arriverà a tappeto, senza chiedere permesso e impatterà sul depresso che prende farmaci, sull’ansioso che va avanti a gocce di Xanax, sull’adolescente che magari è impreparato alla gestione del rischio, sull’anziano che non può muoversi facilmente.

Un suono, un warning che lampeggia e... Puoi salvarti o no non è importante... Ma almeno l'allarme ha suonato.

Mi chiedo come la cultura dell’iper semplificazione riesca sempre a non tener conto delle variabili, delle diversità e della componente individuale.

E soprattutto mi chiedo come sia sempre più di moda la cultura delle mille profilassi tutte basate su un piano fisico meccanico e poco attente all’impatto psichico che infine è il reale ago della bilancia del benessere.

Così anziché focalizzarsi sui piani emergenziali e su come preparare la gente a un’evacuazione di massa, o a un’emergenza, tenendo conto anche dei risvolti psicologici, ci accontentiamo di uno squillo di allarme, della sirena che suona per seminare panico, tipo il frate confessore che un tempo circolava tra le cellette dei monaci per pronunciare la frase fatidica “Fratello, ricordati che devi morire”…”

Viviamo in un’inquietante cultura dell’allerta, dove c’è poca attenzione all’Altro e all’empatia.

Siamo omologati in un unico dato che va bene per tutti, vecchi e giovani, malati e sani, un algoritmo elementare...

Veniamo educati a una cronica allerta, al dover stare sempre vigili sul pezzo, con l’ansiolitico sul comodino, l'antidepressivo in borsa e la musica di “2001 Odissea nello spazio” che apre le danze mentre T-Alert suona e si resta in benevola attesa dell'asteroide…

Ci salveremo?

È tutto reale o siamo in un film?

Un suono irrompe, una app lampeggia…

E alle 18,00 in punto comincia il giudizio universale.

Chiara Tortorelli
Author: Chiara Tortorelli
Creativa pubblicitaria, editor e scrittrice, vive a Napoli dove inventa nuovi cultural life style: come presentare libri in maniera creativa e divergente, come scrivere i libri che ti piacciono davvero, come migliorare la creatività e il benessere personale con metodologie a metà strada tra stregoneria e pensiero laterale. Il suo ultimo libro è “Noi due punto zero” (Homo Scrivens 2018). Cura per Napoliclick la rubrica “La Coccinella del cuore”.

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