Sabato, 21 Dicembre 2024

Un calice di Natale

Tempo di Natale, tempo di Dioniso.

Il Solstizio d’inverno è legato alla celebrazione del Sol Invictus e della divinità orientale di Mitra divinità indoiranica che insieme a Varuna rappresentava l’aspetto diurno e notturno del cielo. Nella mitologia Mitra affronta il dio Sole e lo sconfigge e poi il dio stringe con lui un’alleanza donandogli la corona di raggi. Secondo alcune tradizioni Mitra è un uomo nato due volte, rinato da una pietra attorno a cui è avvolto Ouroboros, il serpente primordiale e da qui si tramanda che Mitra nasce da una Vergine proprio come Gesù.

Divinità solare, nel mondo greco Mitra viene associato a Dioniso e identificato col Sol Invictus.

Dioniso, fanciullo divino, non è solo il dio dell’estasi orgiastica ma rappresenta il cammino della coscienza che nel rito iniziatico muore per rinascere e portare alla luce dai brandelli dell’essere umano egoico il bambino sacro, cioè la coscienza che nasce due volte.

Dioniso, come Mitra e come Gesù, nasce da una vergine celeste per portare al mondo la luce.

Nell’Orfismo Dioniso era venerato come Zagreo, il figlio di Zeus sotterraneo (per alcuni Ade) che sotto forme di serpente aveva ingravidato Persefone, e che secondo il padre avrebbe dovuto regnare su tutto l’universo.

I Titani avvisarono Era del progetto di Zeus e lei decise di far sparire il piccolo dio e incaricò i Titani di adoprarsi per questo. I giganti cercarono di attirare nella trappola il piccolo Zagreo con vari doni, una palla, una trottola e persino uno specchio… Ma Zagreo non cadde nel tranello e si trasformò in vari animali, fino a diventare un toro e fu allora che i Titani lo catturarono e lo divorarono.

La dea Atena intervenne e salvò il cuore di Zagreo portandolo a Zeus che lo fece rivivere in Dioniso, mentre i Titani sconfitti furono ridotti in cenere.

Da quelle ceneri nacquero gli uomini.

La morte del dio e la sua successiva rinascita riguarda molte culture. 

Come non rintracciare nel mito orfico di Zagreo il ricordo del mito di Osiride e nella doppia valenza di morte e rinascita il destino proprio degli uomini. Dalla rinascita, infatti, attraverso il cuore del “Nato due volte” si ripercorre l’intero cammino iniziatico dei percorsi religiosi che legano l’uomo alla divinità, e che intrecciano la figura di Dioniso a Mitra, a Osiride e a Gesù Cristo.

Ci sono città che sono particolarmente legate al culto del mistero, alla morte e alla rinascita, al culto del sacro e del bambino divino, a Iside (e quindi ad Osiride), come Napoli.

Nella città partenopea il culto religioso cristiano si intreccia col rito orgiastico pagano. Terra di presepe e bambinelli che si celebrano nel “ventre” simbolico di Spaccanapoli, terra di sibille e maghi che giacciono frementi nella terra lavica di Cuma e del Vesuvio, Napoli, città orfica di misteri conosce bene la rinascita del sacro che non si celebra solo nelle Chiese ma nei vicoli dove la Vergine incarnata nelle popolane partorisce di nuovo il bambinello.

Città dionisiaca di luci e ombre, di mare aperto e di viscere annodate, Parthenope sirena celebra nella notte di Natale la sua rinascita dalle ceneri e dal dolore attraverso un brindisi col vino.

E il vino è vino e sangue, morte e vita, piacere orgiastico e sacralità.

A Napoli il vino è tradizione, è viaggio, è religione.

Nel vino l’estasi, la capacità di abbandonarsi e arrendersi, la fiducia nel sacro, e quella semplice mistica divina che nella troppa ideologia abbiamo dimenticato.

È una vera e propria arte che si celebra nelle enoteche raffinate, nelle pagine dei suoi artisti come Eduardo che nella sua poesia “Dint ‘a butteglia” scrive che “chistu surz ‘ e vino vence ‘a partita cu l’eternità” o Libero Bovio che nella sua “Brinneso” brinda affinché si possa afferrare l’attimo fuggente e godere della vita, o in alcuni libri attuali che mescolando intervista e filosofia del vino come “Sommelier pret-à-porter. Guida insolita al piacere del vino” a cura di Francesco Continisio e Ida Palisi, raccontano il gusto e la saggezza di Dioniso oltre il tempo, in quella capacità di vivere il presente che è arte del sacro resa quotidiana.

A chi conosce il piacere di nascere e rinascere, di arrendersi e di perdersi per ritrovarsi nuovi, e dai pezzi smembrati di Dioniso Zagreo ritrovare nuova luce, un brindisi e un augurio. 

Buona vigilia.

Buon calice di Natale

Chiara Tortorelli
Author: Chiara Tortorelli
Creativa pubblicitaria, editor e scrittrice, vive a Napoli dove inventa nuovi cultural life style: come presentare libri in maniera creativa e divergente, come scrivere i libri che ti piacciono davvero, come migliorare la creatività e il benessere personale con metodologie a metà strada tra stregoneria e pensiero laterale. Il suo ultimo libro è “Noi due punto zero” (Homo Scrivens 2018). Cura per Napoliclick la rubrica “La Coccinella del cuore”.

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