Domenica, 22 Dicembre 2024

Asili nido: il lavoro del terzo settore e la funzione pubblica

Oggi arrivano due buone notizie sul fronte degli asili nido comunali. Da un lato, il Comune fa sapere che ci sarà un prolungamento delle attività educative fino alla fine di luglio, scelta che dimostra un'attenzione particolare a questa fascia di età e a un importante servizio pubblico e sociale per le famiglie napoletane. D’altro canto, saluterei con molto favore la notizia che i fondi PNRR si stanno investendo per aumentare almeno di altri 900 posti il personale negli asili pubblici.

La funzione pubblica degli asili nido va tenuta presente e sottolineata, oggi più che mai.

In un contesto caratterizzato già da forti disparità tra Nord e Sud per quanto riguarda l’offerta di servizi per l’infanzia, da sempre carente dalle nostre parti, non può non emergere una forte preoccupazione per le conseguenze che, anche in questo settore, potrebbe avere la legge sull’autonomia differenziata. Così come si dovrà fare in modo che le infrastrutture e i servizi che saranno realizzati grazie a questi fondi straordinari, messi a disposizione dai Comuni, diventino servizi stabili e abbiano una continuità nel tempo, scongiurando il rischio che possano rappresentare l’ennesima cattedrale nel deserto.

Si apre, insomma, lo scenario della gestione futura di queste strutture, che saranno costruite con finanziamenti pubblici, ma per le quali potrebbero mancare le risorse destinate alla gestione ordinaria. Cosa succederà se l’autonomia differenziata diventerà operativa e si dovesse effettivamente ridurre ancora di più la fiscalità pubblica a favore delle regioni del Sud, quindi anche di Napoli? Come si potrà continuare a garantire questo importante servizio ai bambini e alle loro famiglie? Il tentativo di allargare la fascia di servizi alle famiglie e ai bambini potrebbe rischiare di essere vittima di questo sistema di definanziamento.

È molto importante che gli asili nido rimangano pubblici, non soltanto perché assolvono una funzione importante come quella di intervenire in una fase delicatissima della vita dei bambini, che vanno accompagnati fuori dal loro ambito familiare. Ma anche perché i nidi rappresentano una misura importantissima di conciliazione di tempi di vita e di lavoro per le mamme e le famiglie. Perciò, ritengo che questo processo debba continuare ad essere garantito e governato dal pubblico. In questo senso, è positivo quanto sta facendo il Comune di Napoli su questa fascia d’età, ma è auspicabile che si faccia sempre di più e meglio.

Pensiamo che oggi viene data una risposta a 2600 bambini su quasi 3200 che ne fanno richiesta, almeno dai dai dati ufficiali, perché il numero delle famiglie che avrebbero bisogno di un posto al nido per crescere il proprio figlio è presumibilmente anche più alto di questo. Anche in quest’ottica, è importante che sia il pubblico ad assicurare l’accesso ai servizi a gran parte della popolazione. Altro dato senza dubbio significativo da sottolineare è che il Comune si stia industriando per aumentare la dotazione di professionalità pubbliche all'interno dei nidi, annunciando nuovi concorsi pubblici.

In questa partita, un ruolo determinante e prezioso lo gioca il terzo settore lavorando in integrazione con il pubblico nell’ambito dei servizi per l’infanzia. La cooperazione sociale è un soggetto che può dare effettivamente una risposta in termini di ampliamento e di estensione della funzione pubblica dei servizi. Rafforzare il ruolo della cooperazione sociale in questi servizi serve anche a rafforzarne la funzione pubblica e a potenziarne l’efficacia, in una sorta di patto con la società civile.

Proprio nel terzo settore si potrebbero, ad esempio, trovare le risorse per una gestione flessibile e qualificante di quei nidi che il Comune conta di realizzare con i fondi PNRR e che rischiano di non poter essere più gestiti, in un futuro non troppo lontano, per carenza di fondi.

Del resto, le cooperative sociali già da anni lavorano fianco a fianco con l’amministrazione comunale nei servizi dell’infanzia di Napoli. Un esempio su tutti è quello del nido comunale della V Municipalità “Il Cucciolo”, gestito dal gruppo di imprese sociali Gesco attraverso la cooperativa Accaparlante, diventato negli anni un punto di riferimento per le famiglie del territorio, che infatti continuano a ricercarlo, e, allo stesso tempo, un modello virtuoso per l’apporto educativo che è capace di veicolare attraverso un approccio basato sulla centralità del bambino.

Giacomo Smarrazzo
Author: Giacomo Smarrazzo
Giacomo Smarrazzo è presidente del gruppo di imprese sociali Gesco. Cinquantotto anni, napoletano, laureato in Economia e Commercio, esperto di cooperazione sociale, è stato a lungo responsabile amministrativo e vicepresidente di Dedalus, cooperativa sociale aderente a Gesco. Dal 2020 è direttore del gruppo e amministratore delegato, mentre dal 2012 è presidente di Era, la cooperativa a più ampia base associativa di Gesco (conta 215 soci e 300 dipendenti) nata dall’unione di quattro storiche cooperative del consorzio. Fa parte del comitato di presidenza nazionale di Legacoopsociali.

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