Mercoledì, 03 Luglio 2024

Per una Salute Mentale di Comunità: l’appello di Psichiatria Democratica

Psichiatria Democratica lancia l’appello “Per una Salute Mentale di Comunità” per valorizzare il lavoro del terzo settore nell’ambito della salute mentale e salvaguardare il posto di lavoro degli operatori che da molti anni danno un importante contributo alla comunità.

Di seguito il testo.

L’assoluta inadeguatezza del fondo sanitario nazionale, eroso in maniera più che consistente dall’inflazione, la carenza di personale e la spesa per i Servizi di Salute Mentale che si attesta intorno al 3%, di gran lunga inferiore alla spesa dei Paesi del G7, allarmano gli operatori e l’intera opinione pubblica. Questa carenza viene denunciata con forza, al mondo della politica e delle Istituzioni, soprattutto al Sud, dove si richiedono iniziative urgenti se non vogliamo correre il rischio di ritornare agli anni bui della segregazione e dell’abbandono delle persone in difficoltà psicologico- psichiatrica. È in questo contesto che i firmatari di questo appello chiedono che vengano esplorate tutte le strade al fine di garantire la salvaguardia del posto di lavoro per quegli operatori impiegati a tutt’oggi nelle diverse articolazioni funzionali del Dipartimento di Salute Mentale (DSM) e che da molti anni danno un importante contributo all’interno delle èquipe multidisciplinari, costruendo rapporti significativi con i pazienti, i loro familiari e le tante realtà che vengono sensibilizzate e attivate sul territorio. I firmatari sottolineano il contributo di innovazione e creatività offerto dal Terzo settore, sia nella grande battaglia per la chiusura degli Ospedali Psichiatrici della città di Napoli, sia nel processo di costruzione dei diversi Servizi del DSM napoletano (Centri diurni di riabilitazione, Case-famiglia e gruppi appartamento, inserimento lavorativo etc.): un processo esaltante, che ha visto il Servizio sanitario pubblico al centro del radicale cambiamento nell’assistenza psichiatrica. Tutti i firmatari di questo appello auspicano, perciò, che nel confronto tra le parti prevalga la necessità di mantenere i livelli occupazionali degli operatori - in un momento, peraltro, di grave crisi soprattutto al Sud - e che, contestualmente, si preservi tutto il patrimonio di saperi e pratiche di cui sono portatori questi lavoratori. Lavoratori, si ricorda, che hanno sempre sostenuto e difeso i dettami e lo spirito della legge 180/78 e la centralità del Servizio Sanitario Nazionale. Un’alleanza strategica, quella con la cooperazione sociale, per entrambi i soggetti in relazione, per continuare a offrire emancipazione dalla dipendenza, attraverso percorsi di inserimento lavorativo sempre più mirati. Ci riferiamo, altresì, ad interventi domiciliari da parte di tutors sociali - adeguatamente formati nei Servizi territoriali e dagli stessi supervisionati e coordinati - per utenti ad alto carico, spesso isolati e in grave difficoltà, con una ricaduta assai importante, ovvero sostenere anche quei familiari talora non adeguatamente supportati – come di una residenzialità che punti a promuovere livelli di autonomia crescenti nelle persone di cui ci si prende cura.

Qui il link per aderire all’appello

Author: Redazione

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