Lunedì, 23 Dicembre 2024

Protesi, cinque giovani riacquistano l’uso della mano grazie all’innovazione e alla solidarietà

Cinque giovani disagiati, tra italiani e stranieri, che stavano per perdere la mano sono stati seguiti e hanno riacquistato la funzionalità dell’arto grazie a speciali protesi impiantate da una équipe di esperti. Succede a Napoli, dove da due anni, all’interno dell’ospedale dei Pellegrini e in accordo con la direzione dell’Asl Napoli 1 Centro, è nato un ambulatorio specializzato in protesi delle mani per iniziativa del chirurgo Leopoldo Caruso, che, insieme all’ingegnere aereospaziale Ciminello, ha brevettato a livello europeo una protesi funzionale per le amputazioni di pollice.

L’ambulatorio dei Pellegrini: interventi alla mano da tutto il Sud

L’ambulatorio “Protesi ed Esoprotesi Funzionali della Mano” si colloca all’interno del presidio ospedaliero dei Pellegrini che, già di per sé, rappresenta il primo riferimento del Sud Italia nell’ambito della chirurgia della mano. Qui, vengono seguiti casi come sfaceli e traumi da petardi, molto frequenti in città ogni anno, durante il periodo di Capodanno.

«Grazie alle campagne di sensibilizzazione che facciamo nelle scuole, insieme agli artificieri, negli ultimi anni questi incidenti sono diminuiti ma, purtroppo, i numeri qui da noi - dove ogni occasione è giusta per festeggiare con i fuochi d’artificio - restano ancora alti e si verificano anche in altri periodi dell’anno, oltre a quello natalizio. Ad esempio, durante i festeggiamenti dello scudetto del Napoli, abbiamo operato sei casi gravi» spiega il dottore Caruso.

Traumi complessi e perdita delle dita possono essere anche causati da infortuni sul lavoro, incidenti stradali e domestici. Non solo dalla Campania, ma anche da Puglia, Calabria e altre regioni: molti dei casi gravi del Mezzogiorno vengono operati e seguiti in questo centro.

La Protesi Caruso-Ciminiello: costi sostenibili, tempi veloci e personalizzazione

Dopo il primo consulto, si valuta se fare l’intervento chirurgico per l’impianto di protesi oppure, ove ciò non sia possibile, procedere con l’impianto di eso-protesi o tutori funzionali (protesi esterne). L’obiettivo è quello di permettere, tramite questi ausili, alle persone che hanno subito gravi traumi alla mano e all’arto superiore di tornare a svolgere le mansioni di vita quotidiane.

Grazie a uno studio partito in maniera del tutto casuale per l’incontro tra Caruso e Ciminiello, i due professionisti hanno brevettato due anni fa la Protesi che prende il loro nome (Caruso-Ciminiello) dopo un impianto di pollice. «Il pollice è il dito più importante della mano – spiega il chirurgo napoletano Leopoldo Caruso – quello che ci dà l’opposizione e la presa. Dalla valutazione caso per caso, siamo partiti da una protesi per la ricostruzione del pollice e poi l’abbiamo sviluppata per più dita».

Il carattere innovativo di queste protesi è che si collegano direttamente ai muscoli permettendo alla persona che li ha di continuare a sviluppare dei movimenti, a partire dalla sua capacità residuale. Inoltre, hanno un costo sostenibile, si realizzano in tempi brevi e in modo personalizzato. Ai costi base, si devono aggiungere eventuali spese per le procedure di rivestimento del colore o altri interventi estetici.

Le protesi possono anche non funzionare al meglio: diventa fondamentale la riabilitazione mentale. «Una parte importante riguarda il supporto psicologico – dice Caruso – perché le persone mutilate, a parte il danno fisico, subiscono un grave danno psichico e il più delle volte, soffrono di depressione. Per il momento, possiamo contare sull’aiuto di psicologi volontari, ma di questo aspetto si dovrebbe tenere conto nel prendere in carico in maniera integrata il paziente».

La solidarietà dell’Arciconfraternita: sostenuti 5 casi complessi

Alla competenza degli esperti si è affiancata poi la solidarietà dell’Arciconfraternita dei Pellegrini, che ha voluto sostenere gli interventi complessi di 5 giovani poveri, tra cui migranti e senza dimora, che altrimenti non avrebbero potuto permetterselo.

«Ci è sembrato naturale, perché è nella nostra mission aiutare persone povere e disagiate – sottolinea Gianni Cacace, primicerio ovvero responsabile legale dell’ente di culto di Napoli – Così abbiamo finanziato, con oltre 13mila euro, le protesi per 5 ragazzi in difficoltà, di cui due napoletani e tre stranieri. Riteniamo che la cura debba essere un diritto per tutti, anche per i migranti e tutti quelli che non hanno assistenza sanitaria».

L’Arciconfraternita dei Pellegrini, operativa tra le mura dello storico nosocomio napoletano, è da sempre impegnata nel sociale, in particolare contro la povertà materiale ed educativa. Oltre a un centro per minori – che attualmente accoglie 70 ragazzi tra i 6 e i 13 anni a Montesanto – è attiva con un poliambulatorio a Santa Maria La Nova, nato come centro specializzato nelle patologie della vista e, poi, cresciuto via via con i vari reparti (come ortopedia, ginecologia, urologia, chirurgia, cardiologia) a cui chi è in condizioni di disagio si può rivolgere in maniera gratuita (su segnalazione dell’ente o della parrocchia). Il costo, in generale, per tutti i servizi offerti ai cittadini è molto più basso della media.

Il caso del soldato ucraino: la protesi più grande impiantata finora

Il caso più grave e complicato, che è stato finanziato dalla Arciconfraternita, è stato quello di un ventenne ucraino, sfuggito alla guerra nel suo paese e colpito alla spalla da una bomba che ha ucciso la sua famiglia.

«Gli sfaceli degli arti causati da un petardo sono simili a quelli da bomba – racconta il dottore Leopoldo caruso, responsabile dell’ambulatorio ai Pellegrini - Questo caso era particolarmente complesso perché la ferita partiva dalla spalla, quindi siamo intervenuti su tutto il braccio, impiantando la protesi più grande mai realizzata. Questo ragazzo di Kiev era stato mandato a combattere dopo solo due giorni di preparazione. Dopo l’intervento, che ha dato ottimi risultati, è tornato in guerra, ora sappiamo che ancora vivo grazie al benefattore che era riuscito a portarlo in Italia».

Il benefattore vuole restare anonimo così come anonime sono le imprese che hanno sovvenzionato la parte estetica dell’intervento del ventenne ucraino, per fare sì che la protesi fosse il più possibile di un colore naturale.

INFORMAZIONI

L’ambulatorio “Protesi ed Esoprotesi Funzionali della Mano” è operativo ai Pellegrini una volta al mese (il mercoledì dalle 15 alle 18).

Si può prenotare la prima visita gratuita, contattando il numero 0812543336 o scrivendo una mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Maria Nocerino
Author: Maria Nocerino
Sociologa e giornalista professionista, è specializzata nel giornalismo sociale. Ha collaborato con l’agenzia di stampa Redattore Sociale e con il quotidiano Roma per le pagine della Cronaca. Collabora con la rivista Comunicare Il Sociale.

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