Domenica, 22 Dicembre 2024

Treni fra arte, grafica e design: dal Ticino Svizzero al Golfo di Napoli

Grand Tour – come è noto – si sviluppò nel XVIII secolo in piena temperie culturale illuminista, e divenne ben presto un viaggio obbligato per i giovani rampolli dell'aristocrazia europea, i quali sceglievano l’Italia per vivere l’esperienza del contatto diretto con la civiltà classica che aveva ispirato gli ideali di bellezza e il piacere della conoscenza dei luoghi e delle genti, concetti perfettamente espressi da Goethe nel suo Viaggio in Italia.

Tappa fondamentale del Grand Tour, soprattutto a partire dagli anni Quaranta del secolo, fu Napoli, quando le nuove, straordinarie, scoperte archeologiche di Ercolano (1738) e Pompei (1748) determinarono nuove coordinate degli itinerari.

Fino al 13 novembre 2022 al Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa un percorso espositivo si apre con le gouache napoletane testimonianza di quei viaggi di cultura tanto avventurosi.

Se il Grand Tour “classico” si svolse prevalentemente a cavallo o in carrozza e fu considerato formalmente superato con il Congresso di Vienna del 1816, la modernizzazione della società implicò nuovi valori e diverse aspirazioni, insieme a una “nuova idea di viaggio”, fondata su presupposti legati al progresso e all’innovazione tecnologica: fra queste la strada ferrata. Con l’era della Belle Époque, uomini e donne ebbero la possibilità di esplorare il mondo più liberamente grazie alla rete ferroviaria, senza la necessità di un investimento finanziario significativo.

Il treno quindi rivoluzionerà l'uso del tempo libero, rendendo familiare l'idea del viaggio per scopo ricreativo. Infatti, già sul finire dell’Ottocento l’avvento del nuovo mezzo di trasporto chiamato “treno” svolse sia in Europa che in America un importante impulso a diversi livelli e sul mito del Grand Tour fu proprio Napoli il primo luogo in Italia in cui venne realizzata nel 1839 la prima tratta ferroviaria. Nel corso dei decenni i trasporti via terra divennero talmente rapidi e capaci di valicare barriere geografiche naturali che assursero a simbolo di progresso; ed è in questa accezione simbolica che, rappresentarono la locomotiva, molti pittori – in particolar modo i futuristi – da Giacomo Balla a Fortunato Depero.

Se, da un lato, infatti, il trasporto ferroviario ha garantito le basi per la crescita della società e dell’economia industriale, dall’altro ha contribuito allo sviluppo e alla condivisione di idee, conoscenze e possibilità di incontro tra culture diverse.

La comunicazione visiva avvenne essenzialmente attraverso la réclame, grazie al manifesto e alla carta stampata, veicolata su cromolitografica. Con la nuova arte della cartellonistica i treni e le locomotive hanno popolato il nostro immaginario, anche dal punto di vista artistico. A subire il fascino travolgente delle ferrovie furono soprattutto artisti della réclame di inizio Novecento come Leopoldo Metlicovitz, Giovanni Maria Mataloni, Gabriele Chiattone, Frederic Hugo d’Alési, Daniele Buzzi, o il mitteleuropeo Richard Schaupp o ancora il napoletano Mario Borgoni. “Le locomotive dall’ampio petto”, scriveva Filippo Tommaso Marinetti nel Manifesto del Futurismo (1909), “scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli d’acciaio imbrigliati di tubi”, celebrando la folle corsa di sfreccianti convogli ferroviari. L’età d’oro delle locomotive a vapore della Belle Époque fu coronata dalla realizzazione dell’Orient Express, dove tutto l’arredo era disegnato per garantire il massimo comfort e bellezza. Il Liberty e l’Art Déco contribuirono ad offrire nuovi spunti di linee di design. All’eleganza ridondante dei convogli di inizio Novecento, quelli dell’Alta velocità – in tempi più recenti – hanno sostituito le linee essenziali del design contemporaneo, conservando intatto il loro fascino.

Il progetto di mostra integrata tra il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, Napoli-Portici e il m.a.x. museo di Chiasso prevede l’esposizione di opere di Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Fortunato Depero, Filippo Tommaso Marinetti. Inoltre sono esposti manifesti, litografie, cartoline, dépliant, orari ferroviari, menù, calendari, almanacchi, medaglie del Regno delle Due Sicilie e ticinesi, nonché il processo di ricerca del logo. Negli ultimi 50 anni l’efficienza dei treni si è notevolmente accresciuta e oggi la direzione dominante è quella della sostenibilità. Il treno ha ancora oggi forti valenze simboliche di sviluppo della modernità. Questo assunto rende fattiva una collaborazione internazionale fra il Cantone Ticino e in particolare Chiasso con la sua stazione internazionale inaugurata nel 1932, con il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, Napoli-Portici che è il più importante museo ferroviario europeo. La mostra terminerà domenica 13 novembre 2022. L’esposizione, in collaborazione con l’Historic SBB di Windisch, il Museo svizzero dei trasporti di Lucerna, la Boga Foundation, la Fondazione per l’Istituto Svizzero di Roma. La mostra vanta importanti prestiti da istituzioni pubbliche e prestigiosi collezionisti privati, fra i quali si cita con particolare evidenza Alessandro Bellenda di Alassio, Walter G. Finkbohner di Zurigo.

Author: Redazione

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