Domenica, 22 Dicembre 2024

Il paradosso napoletano: la città che cresce rimanendo povera

In un Sud che Confcommercio fotografa fermo e con meno occupati di 30 anni fa, con un divario rispetto al nord che cresce, nella metropoli che il rapporto sulle dichiarazioni dei redditi pubblicato dal ministero dell’Economia e Finanza attesta come la più povera d’Italia, qualsiasi discorso che si distacchi dall’apologia trionfalistica del boom turistico a Napoli è bollato come impopolare e velleitario.

I dati dicono inequivocabilmente che il turismo produce ricchezza. In Campania vale un fatturato di 6 miliardi, ma è bene ricordare che questo sebbene pesa un po’ di più in termini percentuali rispetto alla media italiana rappresenta il 5,2% del fatturato complessivo della regione. È così dappertutto, non esiste nessuna grande città o area metropolitana al mondo che viva di solo turismo.

Qui a Napoli la percezione è falsata dalla velocità con la quale il fenomeno si sta imponendo dopo la pandemia, riprendendo il trend positivo registrato già prima del Covid. E se tante attività economiche restano invisibili, il turismo si percepisce invece immediatamente uscendo semplicemente di casa. Poi contribuisce per ovvie ragioni la narrazione mediatica, ma resta il dato che su 100 euro prodotti dalle attività economiche in Campania, solo poco più di 5 sono da mettere direttamente in relazione col turismo.

Cifre naturalmente significative che non si possono certo trascurare, sebbene resta da capire in quali tasche finiscono questi soldi. In altre parole, se il boom regala una boccata d’ossigeno alla città in forme relativamente trasversali, o se è un affare per pochi. Non è una domanda di poco conto, perché i disagi che il turismo automaticamente determina ricadono invece davvero sulla comunità cittadina nel suo complesso. Soprattutto se analizziamo più in profondità i dati forniti dal ministero dell’Economia e Finanza e scopriamo che i quartieri più poveri di Napoli sono Mercato e San Lorenzo. Ovvero le aree centrali più investite dal processo di turistificazione.

Sergio D'Angelo
Author: Sergio D'Angelo
Napoletano, tra i massimi esperti di politiche sociali, terzo settore e finanza etica in Italia. A lui si devono numerose battaglie per il lavoro, l’istruzione, le pari opportunità, la sanità, il welfare. Fondatore e presidente del gruppo di imprese sociali Gesco, è stato assessore comunale al welfare e commissario straordinario dell’ABC, azienda speciale per la gestione dell’acqua pubblica del Comune di Napoli. Nell’ottobre 2021 è stato eletto in consiglio comunale come capolista di Napoli Solidale. È giornalista pubblicista e opinionista del Corriere del Mezzogiorno.

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