Trasporto pubblico a Napoli, non prendiamocela con gli autisti

Di Sergio D’Angelo

Raccolgo spesso l’insofferenza degli autisti dell’ANM per le difficoltà che affrontano ogni giorno nel fare il proprio lavoro. E non ho nessuna difficoltà a considerare la loro insofferenza motivata e legittima, percorrendo ogni giorno le strade della città.

La metropolitana che con una certa frequenza si ferma, come è accaduto ieri per un problema telematico fino alle 11:30. Il treno nuovo che fa colare acqua dal tetto. Le funicolari, la cumana e la vesuviana con le note criticità che sembrano appartenere alla categoria dell’irrisolvibile. La conseguenza è il traffico, la cui portata non è solo aumentata a vista d’occhio ma anche attestata dai numeri.

Gli autisti diventano così, nel loro ruolo di interfaccia con i cittadini, l’anello debole sul quale si scaricano tutti i problemi del trasporto pubblico napoletano. L’autobus arriva in ritardo ed è colpa dell’autista. Se arriva sovraffollato è colpa dell’autista. Qualsiasi cosa accada a bordo è colpa dell’autista. Non c’è una motivazione logica, ma semplicemente il fatto che l’altrettanto legittima insofferenza dei cittadini non ha nessun altro bersaglio sul quale trovare sfogo, se non sull’autista. Fino ai casi estremi ma non infrequenti di aggressioni, sassaiole, litigi con gli automobilisti o i passeggeri, auto lasciate in sosta selvaggia a bloccare la strada.

Gli autisti vanno messi in condizione di poter fare il loro lavoro e questo devono garantirlo i vertici dell’ANM. I cittadini, la cui rabbia è comprensibile, lo ribadisco, devono fare uno sforzo di comprensione ed evitare di prendersela con chi non è responsabile, ma sta solo facendo il proprio lavoro fra mille difficoltà quotidiane. Non prendiamocela con i lavoratori.