Domenica, 22 Dicembre 2024

Turboturismo, il rischio di un tonfo da record

Piuttosto che continuare a inneggiare ai record, io credo che sia necessaria una riflessione vera su quello che sta accadendo a Napoli. È già overtourism, turboturismo, dei cui effetti beneficia una parte della città ma tutto il resto finisce per diventarne ostaggio.

230mila, 250mila, 300mila presenze fra Pasqua e Pasquetta. Le stime oscillano ma equivalgono ad almeno un quarto dei residenti di Napoli. Sono numeri troppo grandi per non avere un impatto fin troppo invasivo sulle zone nevralgiche della città che anche stavolta ha gestito a grande fatica il flusso.

Un volo in arrivo a Capodichino ogni 8 minuti, alibus che non bastano perché restano imbottigliati in un traffico degno delle giornate peggiori, taxi introvabili tanto all’aeroporto che in stazione o agli imbarchi per le isole e letteralmente spariti in città, file e ingressi contingentati in metropolitana, folle di pedoni imbottigliati al centro storico e sul lungomare.

Il turismo ci sta esplodendo addosso, ma si continua a parlare acriticamente di record e non delle criticità che ormai sono sopra il livello di guardia.

Non si può far più finta di niente, perché se giornate come quella dell’altro ieri fanno emergere problemi contingenti, l’impatto di questo turboturismo sta rendendo la vita sempre più difficile giorno per giorno ai napoletani.

Un simbolo su tutti, la Circumvesuviana che nel pomeriggio di Pasquetta porta solo i turisti in costiera lasciando a piedi i residenti dei popolosi comuni abitualmente serviti (male) della città metropolitana.

E se questo è un dato una tantum, non lo è l’inflazione al 6,7% dei generi alimentari che viaggia al doppio della velocità di Milano (3,3%) e ben oltre il 4,2% di Roma e il 3,9% della media nazionale.

I prezzi sono ormai tarati sulle tasche dei turisti, ma i napoletani non vengono in vacanza a Napoli, ci vivono. Da tempo i residenti del centro storico segnalano una difficoltà crescente a tenere il passo con gli aumenti.

Ormai molti vanno a fare la spesa nei supermercati dei quartieri più periferici perché anche le tradizionali salumerie e pizzerie di quartiere sono diventate botteghe posticce e costose con il sovrapprezzo di una tradizione spesso inventata di sana pianta.

E questo vale anche per chi cerca un appartamento in affitto, con i prezzi che hanno raggiunto e superato i mille euro al mese anche fuori dal centro storico perché ormai c’è spazio solo per le case vacanza. Ben ottomila su dodicimila quelle sanzionate recentemente per irregolarità di varia natura.

E un altro filone che necessiterebbe di un approfondimento è quello del lavoro povero, l’altra faccia di un turismo che arricchisce pochi grazie al lavoro pagato male di molti, in uno scenario dove permangono ampie sacche di lavoro grigio e nero.

Bisogna aprire una riflessione vera in città, iniziando a chiedersi dove stiamo andando a sbattere. Rischiamo che anche il tonfo faccia un fracasso da record.

Sergio D'Angelo
Author: Sergio D'Angelo
Napoletano, tra i massimi esperti di politiche sociali, terzo settore e finanza etica in Italia. A lui si devono numerose battaglie per il lavoro, l’istruzione, le pari opportunità, la sanità, il welfare. Fondatore e presidente del gruppo di imprese sociali Gesco, è stato assessore comunale al welfare e commissario straordinario dell’ABC, azienda speciale per la gestione dell’acqua pubblica del Comune di Napoli. Nell’ottobre 2021 è stato eletto in consiglio comunale come capolista di Napoli Solidale. È giornalista pubblicista e opinionista del Corriere del Mezzogiorno.

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