Di Sergio D’Angelo
Quando il mio edicolante di fiducia, porgendomi la mazzetta di quotidiani, mi chiede cosa ne penso dell’inasprimento della guerra in Ucraina cerco di scegliere le parole con la massima attenzione. Non amo il linguaggio sopra le righe e i toni aggressivi, tuttavia la mia risposta svela al netto dell’accortezza una preoccupazione che si trasmette istantaneamente sul volto del mio interlocutore.