Domenica, 22 Dicembre 2024

Manchi tu nell’aria: il Pop Porno delle canzoni

La musica italiana, diciamolo subito, non è appannaggio esclusivo di Sole Cuore Amore o di testi ultra romantici che farebbero aumentare la glicemia nel sangue anche al più cinico degli zitelli.

Sono tante le canzoni dalle tinte forti che “50 Sfumature di rosso” in confronto è un libro per  seminaristi.

Ma non mi riferisco solo a canzoni d’autore esplicite come per esempio quelle degli Squallor.

Come si fa a non amare Curnutone? (se non la conoscete correte immediatamente ai ripari e imparatela a memoria, si tratta di storia della musica!).

Non parlo nemmeno di fenomeni trash/neomelodici tipo il Ballo del Cavallo o la Gatta di Alberto Selly.

E neanche di canzoni che hanno fatto la storia della musica italiana come l’elogio del menage a trois di Renato Zero che il triangolo no, non lo aveva considerato.

In questi casi il riferimento sessuale è esplicito, voluto e pure cantato a squarciagola.

Esistono canzoni insospettabili, a tratti dolci e romantiche,  che invece celano significati erotici e pure un po’ porno che starebbero bene come colonna sonora della filmografia completa di Rocco Siffredi.

Ecco allora le cinque canzoni pop porno che, sono certo, vi divertirete a riascoltare in modalità luci rosse:

Gelato al cioccolato (1979)

Tra le canzoni categoria Sesso e Musica, la hit mondiale di Pupo scritta da Malgioglio è la più famosa.

In varie interviste lo stesso Pupo ha asserito che la canzone fu scritta dal paroliere con il ciuffo biondo più famoso della tv, in riferimento ad un’avventura passionale da lui avuta in Tunisia con un ragazzo del luogo.

È inutile dirvi a cosa si riferisse il gelato al cioccolato.

L’importante è finire (1975)

Sempre di Malgioglio è questa canzone che all’epoca fece tanto scalpore e che fa riferimento esplicito a un amplesso amoroso.

Una ballata a ritmo di samba lenta e sensuale a cui seguì Ancora Ancora Ancora, un altro successo hot sempre dell’accoppiata Mina-Malgioglio.

Una carezza in un pugno (1968)

Qui vi cade un mito, lo so ma pare ( il dubbio è d’obbligo) che questa canzone parli di autoerotismo maschile.

La carezza, il pugno, a mezzanotte e tre: io non ci credo ma voi provate a riascoltarla e vedete che vi sembra.

E in ogni caso resterà sempre una delle canzoni più belle di Adriano Celentano, con o senza autoerotismo.

Nell’aria (1983)

“La mia mente è chiara, ma a volte è più forte il sesso. La mia gatta è ancora lì, non parla ma dice sì”.

Indovinate cos’è la gatta?

Sì, “Nell’Aria” di Marcella Bella è superpornografica e io non ci posso pensare.

Kobra (1980)

Altro quiz: Il cobra col sale se lo mangi fa male perché non si usa così il cobra è un blasone di pietra ed ottone è un nobile servo che vive in prigione…

A quale Cobra si riferisce Donatella Rettore, la rocker più trasgressiva di sempre.

Piccolo aiutino: non è un rettile!

Dopo questa carrellata di canzoni bellissime ma un po’ porno nulla sarà più come prima e alla luce di quanto scoperto  vi lascio con un dubbio: a cosa si riferisce Umberto Tozzi quando  in Gloria canta “Manchi tu nell’aria/Manchi ad una mano/Che lavora piano?

Giovanni Salzano
Author: Giovanni Salzano
Esperto di social media management, cura la rubrica di opinione Società.

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