Maria Bolignano: chi è l'attrice delle "porno precarie"

“Le porno precarie” è la prima commedia scritta da te. Un cast d' eccezione che vede coinvolte anche amiche da una vita. Mi racconti tutto?

Questa commedia l’ho scritta una decina di anni fa ed ogni anno la revisionavo per renderla sempre aggiornata nell’attesa che qualcuno me la producesse. Non è stato facile perché spesso i produttori ti chiedono il famoso ‘nome’ che fa sbigliettare a prescindere dalla qualità dell’opera. Fortunatamente quello che non è successo in 10 anni è successo in 10 minuti grazie all’incontro con Yuliya Mayarchuk e Rino Pinto. Siamo così entusiasti del progetto che con Rino ci sentiamo tutti i giorni anche per condividere idee artistiche non solo progettuali.

E poi ci sta Nunzia Schiano in scena con te…

Nunzia, che definirei una sorella più che una collega per me, è stata quella che ha visto questa commedia nascere e crescere col tempo e alla prima occasione ho voluto coinvolgerla perché la trovo un’artista straordinaria

La scrittura ti ha accompagnata sempre sebbene hai spesso messo in scena testi scritti da altri. Come alimenti la tua mente da un punto di vista letterario?

Io amo raccontare storie. Siano esse scritte da me o da altri . Ma soprattutto scrivo “cose” che vorrei mi venissero proposte. Quando questo non succede, lo faccio da me. Poi leggo molto. Poca comicità, in verità, ma non c’è bisogno di leggere o vedere lavori comici per poter scrivere comicità. Basta essere buoni osservatori di vita.

Teatro: cultura. Sembrava una certezza assoluta. Non è più così. Come continui ad essere artista in un mondo dove il teatro, la danza sono considerati di poco conto?

Ma figurati! In Italia guai ad associare la comicità alla cultura. È anche vero che di cultura se ne fa poca anche quando non si tratta di lavori comedy. Cultura non significa necessariamente recitare la Divina Commedia (anche se ce ne sarebbe bisogno). In un mondo di preconcetti io resisto e vado avanti per la mia strada

Con quale regista cinematografico ti piacerebbe lavorare?

Sicuramente Almodovar e Sydney Sibilia. Li adoro per l’intelligenza, la sensibilità e l’innovazione che sempre riscontro nei loro lavori

Per la vacanza cosa scegli?

Scelgo un po’ di mare ed un po’ di montagna con una puntatina in campagna. Insomma sempre ritornando al discorso della varietà. L’importante è che intorno a me ci sia tanto tanto tanto verde

Mi racconti una tua giornata estiva quando non lavori?

Chi fa il mio mestiere lavora sempre, anche se solo con la mente o con il cuore. Ecco perché mi costringo a fermarmi praticando “la contemplazione del bello” che in vacanza è sicuramente più agevole. Non ho una giornata tipo. Avrai capito che ho qualche problema con la ritualità.

 

Autore: Roberta D'Agostino