Domenica, 22 Dicembre 2024

Barsport

Il giocattolo

Tutti a dire “Si è rotto il giocattolo”. Siamo quinti in classifica (ma ieri mattina eravamo settimi), a quattro punti dalla prima (e quattro punti sono pochi, pochissimi); l’atmosfera è tesa, c’è aria di crisi, nello spogliatoio c’è un clima un po’ così, vinciamo in Europa tutti intossicati.

Santi ed eroi

Napoli-Fiorentina. Come trentasei anni fa, stavolta nello stadio intitolato a Lui, nell’anno in cui l’Argentina torna a vincere i Mondiali. Solo i pigri, diceva Sherlock Holmes, credono alle coincidenze.

Questo (che sembra eterno) sabato del villaggio

L’attesa del piacere è essa stessa piacere, per carità. Domenica mattina le strade erano piene di gente e di bandiere, persone di ogni età, sorridenti, amabili, felici (tranne una signora che ha chiesto a uno “Giuvino’, scusate, oggi gioca il Napoli?”. Giuro, non sto scherzando. Chissà da quanto tempo non usciva di casa, poveretta). Tutti sorridenti, in attesa della magia. O della matematica.

'O quattr'e maggio

Anticamente il 4 di maggio scadevano i contratti d’affitto e quindi era il giorno deputato ai traslochi, agli sfratti, termine che a Napoli non indica per forza uno sloggiare forzato e violento ma anche semplicemente lo svuotare casa. Per estensione del termine, o quattr’e maggio indica tutto quello che un cambio di casa comporta: il cambiamento, la rivoluzione, e anche il casino.

Non saremo mai una squadra comune

Non sarò mai un uomo comune, diceva di sé Diego a Gianni Minà. E Napoli, che a Diego somiglia in quanto le divinità non scelgono a caso, non sarà mai né una squadra, né una città comune.

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