Lunedì, 23 Dicembre 2024

Da Napoli la sfida dell’intrapresa sociale come motore di sviluppo e benessere

Parte da Napoli la sfida nazionale per creare alleanze e rilanciare il terzo settore come volano di sviluppo e promozione di percorsi di benessere collettivo e individuale.

Un ruolo che le cooperative sociali hanno sempre avuto ma negli ultimi anni lo hanno fatto seppur bene un po’ in solitaria, ognuno sui propri territori. Da oggi, invece, l’investimento diventa comunitario e il confronto necessario. Il primo momento per fermarsi a riflettere e discutere insieme su tematiche sociali ed ambientali quanto mai attuali è dato dalla due giorni napoletana dal titolo “Fare intraprese sociali”, in programma in città al cinema Modernissimo venerdì 13 e sabato 14 ottobre 2023, dal titolo (maggiori informazioni e iscrizioni qui).

L’iniziativa nazionale, che si svolge con il patrocinio morale del Comune di Napoli, è organizzata dal gruppo promotore di Trieste del convegno Impresa/Sociale 2022 e dal Forum Disuguaglianze e Diversità, in collaborazione e con il sostegno di: Legacoop FVG, gruppo di imprese sociali Gesco, consorzio Sale Della Terra, cooperativa sociale Dedalus, Circolo Ilva Bagnoli, Dipartimento di Sociologia dell’Università Federico II di Napoli, Coopfond, Salute mentale per tutti, Riprendiamoci i diritti. Nel corso dell’incontro si svolgeranno anche gruppi di lavoro tematici che avranno luogo nella giornata di venerdì in diverse sedi: Officine Gomitoli, Circolo Ilva Bagnoli, Fondazione S. Gennaro, Il Poggio.

La spinta ad avviare questo nuovo percorso è arrivata da Franco Rotelli, psichiatra e collaboratore di Basaglia, che, in uno dei suoi ultimi scritti, riprendendo le riflessioni nate dal convegno triestino, ha tracciato cinque punti fondamentali dell’Intrapresa Sociale. Nodi che richiamano la capacità di stringere legami tra persone e territori, mettere al centro le potenzialità di tutti e tutte, cercando la bellezza, promuovendo alleanze tra pubblico e privato e creando economie. Tratti fondamentali per rendere l’intrapresa sociale protagonista nella costruzione di un futuro più giusto dal punto di vista sociale e ambientale.

Ne parliamo con Giacomo Smarrazzo, referente del percorso nazionale per la Campania nonché direttore di Gesco: «Su questi temi Napoli si gioca una questione importante. Già il fatto che questo convegno si tenga qui è significativo. Il capoluogo campano diventa una tappa essenziale di un percorso nazionale iniziato qualche anno fa a Trieste».

Che significato ha promuovere questo convegno nazionale a Napoli?

Significa ripartire da un confronto vero, che coinvolga direttamente i territori e il terzo settore nella sua accezione più ampia, come soggetto capace di ricostruire i legami, entrare in relazione con le comunità, anche oltre la sola erogazione di servizi per conto della pubblica amministrazione, con la quale il rapporto e le modalità di collaborazione sono cambiate in questi anni. Riprendere in mano questo discorso significa, insomma, ripartire dalla capacità del terzo settore di leggere il territorio, mettere in evidenza i bisogni che emergono per costruire servizi adatti a dare risposte e promuovere benessere e coesione.

Perché il ruolo del terzo settore si è ridimensionato in questi ultimi anni?

Direi piuttosto che si è trasformato. Facendo anche un po’ di autocritica, abbiamo un po’ smesso di confrontarci e investire sulla dimensione collettiva. Ognuno è andato, seppure essendo portatore di buone pratiche, per la sua strada. È arrivato il momento di unire le forze e uscire dal proprio recinto e ricercare terreni comuni di confronto e condivisione di percorsi e pratiche, per contrastare il rischio di perdere contatto e perdere la capacità di incidere significativamente sulle dinamiche e sui cambiamenti sociali.

In questo senso, che occasione può rappresentare questa due giorni napoletana?

Questo può rappresentare un momento di dibattito e ripartenza. A mio avviso, è importantissimo si faccia a Napoli, che diventa così una tappa territoriale di un percorso nazionale nato a Trieste qualche anno fa. In questo senso, il convegno lascerà alla città un impegno, un patrimonio di idee e di esperienze su cui continuare a dibattere, anche per valorizzare le esperienze locali.

Quali sono gli effetti dell’intrapresa sociale e quali esempi abbiamo a Napoli?

Il concetto di intrapresa sociale ha radici lontane, intende valorizzare le esperienze di auto-organizzazione che promuovono iniziative che producono occasioni emancipazione. Anche a Napoli ce ne sono diverse nei quartieri più popolari, dalla Sanità al Centro storico. Come Gesco, possiamo fare alcuni esempi, tra cui Amicar Sharing, il primo e ad oggi unico car sharing con vetture completamente elettriche, un servizio che promuove mobilità sostenibile e rappresenta un modello diverso di utilizzo della macchina per rendere più facile e conveniente lo spostamento in città. In questa stessa cornice, si colloca il ristorante Il Poggio, nato sette anni fa da una operazione di rigenerazione urbana e sociale per garantire momenti di ristorazione e svago ma anche per valorizzare le periferie con luoghi di socialità, incontro, promuovendo opportunità di lavoro. Poi abbiamo un progetto, molto importante a cui stiamo lavorando e che secondo me incarna perfettamente il concetto di intrapresa sociale, è la realizzazione di un impianto di compostaggio a Secondigliano.

Ci può parlare di questo progetto?

L’impianto di compostaggio tratterà rifiuti organici provenienti dalla raccolta differenziata, all’interno del carcere di Secondigliano: il progetto, già autorizzato dalla Regione Campania, sarà capace di trattare 3mila tonnellate di rifiuti organici e 5mila provenienti da imballaggi, dando lavoro a 15 detenuti. In questo progetto c’è molto: da una parte, la riduzione dell’impatto ambientale, perché l’impianto evita lo sversamento di rifiuti in discarica e l’incenerimento, dall’altro promuove il reinserimento sociale e lavorativo di persone recluse, sperimentando processi di economia circolare, che possano coinvolgere cittadini e condomini dello stesso territorio per attivare collaborazioni e scambi in grado di rafforzare le comunità locali promuovendo ad esempio comunità energetica e più in generale percorsi virtuosi verso il miglioramento delle condizioni dell’ambiente. Tra l’altro, il sistema, potrebbe in prospettiva anche contribuire a ridurre una riduzione il costo della tassa sui rifiuti, con un notevole vantaggio per il cittadino.

Anche di questo si parlerà domani e dopodomani al Cinema Modernissimo, per questo invito tutti a partecipare al convegno sull’intrapresa sociale.

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Maria Nocerino
Author: Maria Nocerino
Sociologa e giornalista professionista, è specializzata nel giornalismo sociale. Ha collaborato con l’agenzia di stampa Redattore Sociale e con il quotidiano Roma per le pagine della Cronaca. Collabora con la rivista Comunicare Il Sociale.

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