Attore di teatro, cinema e tv, con una passione antica per la moto e una più recente per la vela, Lucio Alloca (80 anni a luglio) presta il volto da quasi 20 anni a Otello Testa, l’ex vigile oggi pensionato, ovvero il personaggio più brontolone nella storia di Un Posto Al Sole. Rimasto vedovo di Teresina (Carmen Scivittaro), Otello spesso la ricorda, proprio come Lucio, legato all’attrice napoletana scomparsa il 14 agosto 2022, da una amicizia di lunga data.
Ora vediamo Otello in un momento un po’ triste, ha perso la sua Teresina e pensa spesso a lei.
Non è solo Otello ad aver perso la sua cara Teresina, sono prima io ad aver perso l’amica di una vita. Conoscevo Carmen da quando eravamo ragazzi, lei aveva pochi anni meno di me. Ricordo i tempi delle prime esperienze nel mondo dello spettacolo, da giovanissima lei traduceva in inglese canzoni napoletane. Al suo funerale, cui purtroppo per il periodo in cui si è svolto ha partecipato pochissima gente, mi hanno chiesto anche di parlare, ma non ce l’ho fatta. Avrei detto le stesse cose che ha detto Patrizio Trampetti, il suo ex marito da cui però lei non si è mai separata legalmente. Abbiamo poi dedicato a lei una puntata speciale di Un Posto Al Sole, in cui eravamo sinceramente tutti commossi nel ricordarla. Era unica.
Che ricordo porta con sé di Carmen Scivittaro?
Era una meravigliosa compagna di viaggio, io ero l’unico da cui accettava critiche e da cui si lasciava convincere a fare qualcosa di cui non era completamente convinta. Ricordo di lei la grande disponibilità verso gli animali, andava a raccogliere i gatti abbandonati, ovviamente se faceva questo con loro, immaginiamoci quanto fosse generosa verso gli uomini. Del suo grande cuore ricordano tutti.
Lei porta in scena uno spaccato che forse si vede poco in tv: quello delle persone che hanno lavorato tutta una vita onestamente e ora sono in pensione. Spesso si tratta di persone che devono affrontare la solitudine o la depressione.
Uno degli spaccati più importanti. Se ci pensiamo, Otello non ha nulla, se non la sua famiglia, ora vediamo cosa succederà, ma se dovesse andare via, sparirebbe il racconto della vita degli anziani in Un Posto Al Sole, sarebbe un peccato. Allo stesso tempo, le sue sorti sono quelle del nonno, l’anziano che aiuta i giovani che sono in difficoltà, una figura importante, con i tempi che corrono, caratterizzati da precarietà e disoccupazione giovanile.
Chi è il suo amico del cuore, se c’è, sul set?
Tutti mi vogliono bene, io sono il più anziano, ma certamente con Marzio Honorato e Germano Bellavia ho un rapporto speciale, ci frequentiamo anche fuori. Pensi che Germano lo conosco da quando era un ragazzo; una delle cose più belle che ha fatto per me è stata regalarmi l’abbonamento allo stadio per due anni consecutivi, non lo dimenticherò mai. Ora che torno sul set, me la dovrò vedere con lui, per questo Napoli che non ha “ancora” vinto lo scudetto.
In che senso?
Perché da grande appassionato di calcio, ho fatto una foto al un busto di Pulcinella, un’opera di Lello Esposito, con una sciarpa del Napoli e un cornicello, foto che ho mandato in giro a un po’ di amici, in modo non proprio scaramantico. Sono certo che avrò seri problemi quando dovrò incontrare dal vivo Germano, lui è tifosissimo!
C’è un ricordo o un episodio di Un Posto Al Sole a cui è particolarmente legato?
Sì, quando circa 5 anni fa, ho avuto un serio problema di salute e sono mancato dal set per un po’ di tempo, al mio ritorno ho ricevuto un’accoglienza che mi ha letteralmente commosso. Sono stato salutato da un applauso che ha unito tutti, dai miei colleghi di set ai tecnici. È stato un momento emozionante e bellissimo.
Sono quasi venti anni che lei interpreta Otello, si può dire che ormai vi somigliate?
Mia moglie dice che siamo uguali, perché io sono diventato brontolone come lui, ma io non credo. Non credo di essere così sedentario, ma ci sono certamente delle affinità, compresa la passione per la moto, anche se a quella io aggiungo la vela, un sogno che ho potuto coronare, anche grazie alla complicità degli amici della Lega Navale di Napoli.
Lei ha lavorato con i più grandi, insegna tra l’altro recitazione a tanti giovani, cosa si sente di consigliare alle nuove generazioni che vogliono intraprendere la strada dello spettacolo?
Una cosa da vecchio: studiate, non pensate solo al servizio fotografico del momento, non lasciate al caso, unitevi, magari fate una associazione culturale, non aspettate il ruolo importante nella fiction o nella commedia. Come diceva un mio maestro, per l’artista ogni giorno è una conquista, come a dire che ogni giorno è faticato e bisogna darsi da fare. Del resto anche in Un Posto Al Sole, tutto è lavoro, dura qui chi ha in mano il mestiere.
Ora sta lavorando a qualcosa?
Ora sto lavorando a dei monologhi di Stefano Benni, che sono già andati in scena al Theatre de Poche e replicheranno il prossimo 13 maggio alle 18, presso la sede dell’associazione culturale “Ethos e Nomos”, a via Bernini 50. Ho fatto dei corti, insomma, un po’ di cose ci sono sempre. Insegno anche alla scuola professionale di cinema Pigrecoemme di Napoli.
Quale argomento sociale vorrebbe portare ancora in scena?
Va benissimo continuare a dare attenzione agli anziani, non gli ex manager o ministri, ma persone comuni, quelle che vivono con una pensione minima. Gli stessi nonni a cui oggi, purtroppo, tocca aggiustare i bilanci dei nipoti, quei giovani a cui non vengono date grandi opportunità di lavoro o che magari guadagnano poco. Perciò, parallelamente è importante rappresentare lo spaccato di queste nuove generazioni precarie.