Martedì, 27 Agosto 2024

Doppio sogno: continua il cinema all'aperto a Villa Pignatelli

Arrivano dal 16 al 18 luglio i nuovi appuntamenti di “Doppio Sogno XXIV”, la rassegna di cinema di Galleria Toledo promossa da Ministero della Cultura, Regione Campania, Comune di Napoli e Film Commission Regione Campania in programma a Villa Pignatelli (fino al 25 luglio 2024). 

Doppio Sogno è un progetto a cura di Lavinia D’Elia, Lorenza Pensato e Rosario Squillace, realizzato in collaborazione con la Direzione regionale Musei Campania, diretta da Massimo Osanna e con il Museo Diego Aragona Pignatelli Cortés, diretto da Giuseppe Dragotti, con la Direzione artistica di Laura Angiulli. 

Il calendario della settimana dal 16 al 18 luglio 

Martedì 16 luglio ore 20.30

UNA BUCOLICA MESSINSCENA
regia, fotografia e montaggio Giovanni Circelli, commento
musicale Francesco Distefano, 2024, Italia, 3 min

Già noto per Il proiezionista - corto dedicato alla figura di Alberto Bruno, pioniere del mestiere e appassionato amante del mondo della celluloide - il regista Giovanni Circelli ritorna sugli schermi con il suo ultimo lavoro, Una bucolica messa in scena, raccolta di tre brevissimi cortometraggi inediti, accompagnati dal commento musicale di Francesco Distefano. Non vola una mosca è un omaggio a una narrazione unica nel suo genere, un intermezzo comico mimico, peculiare della commedia dell'arte. Franco, detto sciò sciò è uno zanni che sogna di mangiare tutto e alla fine si gusta una mosca. La pallonata vede un curioso Pasqualino, conosciuto comunemente come il "tagliatore di cuoio", intento a spiare il pallone in cuoio dal buco della serratura. Muto come un pesce vede come attori protagonisti una coppia di polpi che si trova a una scelta particolarmente significativa; trovare una via di fuga, oppure finire stesi su una bilancia.

a seguire

L'UOMO CHE RIDE (The Man Who Laughs)
Paul Leni, 1928, USA, 110 min

introduce Alberto Castellano - saggista e critico cinematografico

Il film L'Uomo che ride, dal romanzo di Victor Hugo, è un dramma che contiene già il germe delle formule costitutive di futuri generi cinematografici d'azione e la mancanza del sonoro non impedisce al flusso narrativo l'agevole conduzione attraverso il dramma, fino all'epilogo. Il regista e scenografo Paul Leni, esponente delle avanguardie artistiche tedesche, nato in Germania nel 1885 e morto a 44 anni nel 1929, incardina nel cinema statunitense la formula espressionista di Weimar e crea un filone che possiamo ricondurre ai giorni nostri, per la fluidità narrativa del drama d'azione, per il dinamismo del montaggio, per la forza delle inquadrature e, non ultima, l'intensità drammatica dei protagonisti. La storia si svolge in un lungo arco temporale, e racconta di un nobile fanciullo, Gwynplaine, che salva una neonata cieca, la dolce Dea mentre sta fuggendo dai rapitori che gli hanno tagliato la bocca fino alle guance. Per pietà Ursus, un artista girovago che vive su un carrozzone in compagnia di un cane, li prende con sè. A differenza del romanzo, il caos causato dall'ingiustizia ha infine termine e si giunge al risarcimento del male patito dal fanciullo sfigurato, divenuto uomo che si esibisce in un circo, il cui volto, maschera e icona, può essere ravvisato nel cinema attuale nel ghigno beffardo di Joker.

Mercoledì 17 luglio ore 20.30

BRAZIL
Terry Gilliam, 1985, Regno Unito, 132 min
V.O. inglese, sottotitoli italiano
introduce Giovanni Maffei - Letteratura italiana contemporanea, Università degli Studi di Napoli Federico II

Il film Brazil è uno dei più riusciti di Terry Gilliam. L'autore britannico, già esponente di punta di Monty Python - amatissimo collettivo che con la surrealtà aveva giocato un ruolo di primo piano, influenzando la cultura di massa degli anni sessanta del secolo scorso - qui si cimenta con la distopia, genere che proietta nel futuro visioni apocalittiche di ipotetiche società. Con piglio da fumettista, evidente nel personaggio del sabotatore Tattle, interpretato da Robert De Niro, qui la visione di Gilliam è premonitrice di molte attuali ossessioni, non ultima quella della chirurgia estetica e del controllo sociale attraverso l'uso della tecnologia. È probabile che Brazil subisca l'influenza letteraria di 1984 di George Orwell, così come quella di Fahrenheit 451 di Ray Bradbury - entrambi adattati per il grande schermo - cui Gilliam rende omaggio nel comporre un'opera originale, dove è ancora vigile l'occhio del Grande Fratello. In fondo si è appena nel 1985! La trama è ambientata in una società burocratica, frenetica e crudele, costituita da una élite estremamente ricca contrapposta al resto della massa, invece disperatamente povera. La pochezza del vantaggio dell'essere miserabilmente ricco è evidente: il gusto del potere totalitario è mera sottrazione di beni, di libertà individuale e di diritti e non dà alcuna felicità.

Avere il controllo sociale significa mantenere lo status del privilegio con la pratica della tortura, detenendo potere di vita o di morte sui presunti dissidenti. È assenza di bontà, empatia o compassione. Avere potere è demolire la bellezza dell'umanità, ma nello spazio del sogno la fuga resta sempre possibile.

Giovedì 18 luglio ore 20.30

IL PASTO NUDO (Naked Lunch)
David Cronenberg, 1991, Canada/ Regno Unito/ Giappone, 115 min
V.O. inglese, sottotitoli italiano
introduce Roberto D’Avascio - Letteratura Inglese, Università degli Studi di Napoli L’Orientale

Ciò che afferma il paradosso di Akim Bey, "Niente e vero, tutto è permesso", è messo su carta da William S. Burroughs, battuto a macchina su una Olivetti Lettera 22, nelle calde notti di Tangeri. L'arte consuma l'artefice, e Jack Kerouac e Allen Ginsberg raccattano per lui mucchi di fogli sparsi sul pavimento, riordinandoli per consegnarli alla letteratura. La vita di Bill Burroughs è segnata dagli eccessi e la sua scrittura lo testimonia senza farne eccezione. William S. Burroughs è il teorico del cut up, dove il segno scritto può essere tagliato e rimontato, riscrivendone anche il significante. Mettere in un film questo tipo di contesto è una sfida appassionante e David Cronenberg la accoglie senza remore, mescolando la vita dello scrittore con il testo, ambientando la storia in una interzona dove gli scarafaggi ti offrono da bere al bar. Situazionismo puro.

Author: Redazione

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