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«Sono stati anni importanti perché il Mann è passato da una dimensione di localizzazione ad una dimensione brandizzata: è un marchio non solo di se stesso ma anche della città, un motivo di orgoglio dei cittadini. «C’è stato un recupero totale di tutte le collezioni che erano chiuse e di tutti i giardini.
Un recupero completo del braccio nuovo con l’auditorium, la sezione didattica e la sezione del restauro. Questo complesso oggi si pone come standard qualitativi a livello europeo e siamo molto orgogliosi del lavoro svolto».
Dopo otto anni alla guida del Museo archeologico di Napoli, Paolo Giulierini, che nei giorni scorsi ha confermato l’addio alla direzione del Mann, questa mattina ha illustrato i contenuti del volume sul bilancio di mandato (Arte'm edizioni) e del rapporto annuale 2022/2023 (Electa editore)
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«Il Mann – continua Giulierini – ha superato la soglia dei 500mila visitatori, ma non escludiamo di arrivare a 600mila alla fine dell’anno, riposizionandoci dunque sui livelli del 2019, l’anno straordinario del pre Covid, l’anno di Canova. Anche se bisogna dire che è più difficile ripartire dopo questa situazione drammatica della pandemia. Tanti i paganti, tornano gli stranieri e le scuole. Inoltre c’è una grande presenza del Mann sentita anche all’estero, perché dopo otto anni di attività possiamo computare addirittura 300 mostre nelle più grandi capitali mondiali».
Infine un messaggio per i cittadini. «I napoletani – conclude – non devono dimenticare che questo istituto adesso appartiene a loro, alla loro tutela, al loro affetto. Il Museo è stato realizzato per loro e loro sono i reali controllori e possessori di questa bellezza. Il Museo continuerà ad evolvere e la prossima sarà dedicata al rapporto con la città: i grandi cantieri come Palazzo Fuga e il raddoppio museale».
E oggi simbolicamente al Museo Archeologico Nazionale di Napoli è arrivata la seconda parte dell'iscrizione che coronava il fregio del tempio dei Dioscuri (I sec. d.C.). Il prestito di lunga durata, garantito dalla Curia arcivescovile di Nola e promosso dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l'area metropolitana di Napoli (Soprintendente Mariano Nuzzo), consentirà di completare quanto scritto sul fregio del tempio: la prima parte dell'epigrafe, con il nome del dedicatario Iulio Tarso, appartiene al Mann.
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