Domenica, 22 Dicembre 2024

Cap’alice: food, musica ed arte nel cuore di Chiaia

Come si dice a Napoli, Meglio cap’alice ca’ coda ‘e cefaro, tradotto meglio essere la testa di un piccolo pesce che la coda di un grande pesce: in altre parole, è preferibile avere qualcosa di piccolo ma di tuo piuttosto che avere un ruolo importante in qualcosa di grande su cui non hai alcun potere.

È a questo detto napoletano, utilizzato spesso dal suo “mitico” professore di Ragioneria – e di vita – che si è ispirato Mario Lombardi quando nel 2012 apriva “Cap’alice”, wine bar e ristorante diventato ormai punto di riferimento per tanti nel cuore di Chiaia (il locale si trova in Via Bausan 28 m, alla fine delle scale Colonna).

1.     TIPOLOGIA DI CUCINA – Prodotti del territorio e rispetto della stagionalità

La cucina che propone Cap’alice, a dispetto di quello che si direbbe dal nome, è variegata: antipasti sfiziosi, primi, secondi di pesce e carne, tutto nel rispetto di due principi fondamentali, territorialità e stagionalità dei prodotti. “Siamo molto legati al territorio campano, non proponiamo carni estere né pesci di allevamento o surgelati – spiega il proprietario – il nostro menù cambia tutti giorni, facciamo girare delle lavagnette tra i tavoli con i piatti del giorno, non abbiamo nulla di stampato”. Ma la scelta è varia, eccome: 12 piatti, tra antipasti, primi, secondi, contorni. Per l’attenzione alla qualità dei cibi e alla loro stagionalità, il ristorante è un presidio slow food.

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2.        PIATTO FORTE 1 – Genovese fatta con la cipolla ramata di Montoro

“Naturalmente la proposta è quella della tradizione – dice Lombardi – ma siamo così attenti alla stagionalità che non proponiamo la Genovese, ad esempio, in estate, quando cioè non è tempo della cipolla ramata di Montoro, che è l’unica che usiamo per cucinare questo piatto”. E proprio la Genovese è un piatto forte: “Siamo uno dei pochi ristoranti a farla cuocere davvero 12 ore, perché diventi cremosa e super-digeribile; vengono da lontano per gustarla”.

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3.     PIATTO FORTE 2 – Capafritto e burger di ricciola

Ma la tradizione si sposa sempre con un pizzico di innovazione. Un altro piatto caratteristico è il capafritto, un antipasto di pesce fritto, con alici spinate e dorate con una panatura agli agrumi, baccalà, gamberetti e calamari.

Da provare anche il burger di ricciola, un altro piatto sfizioso a base di pesce leggermente condito e piastrato in padella, servito con verdure grigliate varie a seconda delle preferenze di ognuno.

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4.    LOCATION – Atmosfera familiare e musica di sottofondo

Arredi bianchi, tavoli con il piano di vetro decorati con installazioni di tappi di sugheri, una “mise en place” semplice senza tovagliato ma accompagnata da piatti dai colori vivaci, sono la cornice perfetta per la cucina fresca a base di buon cibo ma soprattutto ottimo vino (sono circa 50 le etichette disponibili anche al calice, tra cui molti vini biodinamici senza solfiti e distillati). I commensali (attualmente ne può accogliere 25 sui 40 coperti disponibili) mangiano, bevono e si incontrano in un’atmosfera informale, perennemente accompagnata da musica di sottofondo e arricchita dalla presenza di pezzi vintage come giradischi e vinili (“Regalatemi un vinile è il mio hashtag”, racconta Mario Lombardi).

Il locale ha anche uno spazio all’esterno molto sfruttato soprattutto per gli eventi dal vivo che spesso e volentieri, soprattutto d’estate, ospita.

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5.     CURIOSITÀ – Decima candelina

Per circa 13 anni Mario Lombardi ha gestito uno dei locali più frequentati dai giovanissimi di San Pasquale a Chiaia (il pub Heineken Green Stage), poi ha messo su famiglia ed è nata l’esigenza di creare qualcosa di diverso: comincia così la sua nuova avventura. Correva l’anno 2012. Dopo dieci anni di attività – il compleanno ricorre  il 22 marzo – le aspettative di Mario sono state più che superate. Come ci spiega lui stesso: “L’intenzione era che questo non fosse solo un piccolo ristorante, ma molto di più, un luogo in cui puoi decidere di venire a pranzo e a cena, ma anche semplicemente venire a bere un calice di vino. Ora Cap’alice è un punto di ritrovo, ormai da diversi anni ospitiamo concerti, mostre di artisti napoletani e non, presentazione libri, eventi di degustazioni, grazie all’ampia etichetta di vinai che ci caratterizza”.

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6.    A CHI SI RIVOLGE – Target trasversale, dai 30 ai 90 anni

Cap’alice ha un target molto trasversale, soprattutto per età. “La cosa bella è che vengono a pranzo e a cena sia i miei amici di 40-50 anni, sia i loro genitori, spesso si ritrovano insieme genitori e figli, che si incontrano senza essersi messi d’accordo”.

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7.     FASCIA DI PREZZO – Varia, cambia da aperitivo a cena

Qui si può fare anche un aperitivo rinforzato, accompagnato da un buon calice di vino, non si deve per forza cenare. Ragion per cui non si può stabilire esattamente una fascia di prezzo: diciamo che si passa dai 15/20 euro a persona per un aperitivo con alici fritte ai 35/40 euro per una cena più sostanziosa.

Info e prenotazioni

CAPA’ALICE – Via Bausan 28 m, Napoli

+39 081 1916 8992

www.capalice.com

 
Maria Nocerino
Author: Maria Nocerino
Sociologa e giornalista professionista, è specializzata nel giornalismo sociale. Ha collaborato con l’agenzia di stampa Redattore Sociale e con il quotidiano Roma per le pagine della Cronaca. Collabora con la rivista Comunicare Il Sociale.

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